La BCE è pronta a fare di più. La parola agli esperti
Come da attese, oggi il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha confermato i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi allo 0,05%, allo 0,30% e al -0,30 per cento. Meno scontata l’apertura del chairman Draghi a nuove misure di stimolo. Il n.1 dell’Eurotower ha annunciato che nel prossimo meeting, previsto a marzo, la Bce potrebbe rivedere le misure di politica monetaria per centrare il target d’inflazione fissato al 2%. “Sarà necessario rivedere ed eventualmente riconsiderare la nostra politica monetaria, una volta che saranno disponibili le nuove previsioni economiche sull’area euro realizzate dal nostro staff”, ha dichiarato Draghi durante la conferenza stampa che fa da corollario alle riunioni del board.
Dal ‘what ever it takes!’ a ‘we don’t give up!’
Le parole di Draghi hanno riportato gli acquisti sui listini azionari. “Con una retorica decisa Draghi ha cercato di influire ancora una volta sui mercati anticipando che a marzo nuove misure espansive di politica monetaria saranno molto probabili”, ha detto Marco Vailati, Responsabile Ricerca e Investimenti di Cassa Lombarda. “È rimasto sul vago circa la natura e l’entità di tali interventi, ma ha voluto dare un monito ai mercati enfatizzando la determinazione e la forza a disposizione della Bce per raggiungere il suo obiettivo di inflazione”. “Così dopo il ‘what ever it takes!’ del 2011 abbiamo avuto oggi l’espressione ‘we don’t give up!'”.
I mercati non ripeteranno gli stessi errori
“Alla fine potremmo dire che Draghi è riuscito nel suo intento, riuscendo ad allontanare la tempesta sui mercati”, ha detto Vincenzo Longo, Market Strategist di IG. Resta da capire cosa potrà fare la Bce. “In proposito occorre ricordare quello che è accaduto ad ottobre, quando Draghi aveva preannunciato la revisione del QE nel meeting di dicembre, contribuendo nelle settimane successive a sovraccaricare il mercato di aspettative sulle manovre”, continua l’esperto. “Alla luce della recente esperienza, i mercati non commetteranno gli stessi errori”. Secondo Longo l’opzione più probabile è rappresentata dall’aumento degli acquisti mensili almeno sino a 80 miliardi di euro dagli attuali 60″ e tra le alternative “vi è anche il prolungamento di ulteriori 6 mesi del programma, il cui termine è ora previsto sino marzo 2017”.
Il rischio è la rottura della bolla protettiva
Mario Draghi è stato bravo a prendere tempo. Così Jacopo Ceccatelli, Amministratore delegato di Marzotto Sim, commenta le parole pronunciate oggi dal chairman nel corso della conferenza stampa che fa da corollario alle riunioni del board. “La decisione annunciata oggi di rinviare a marzo la revisione degli stimoli monetari -rileva Ceccatelli- è stata evidentemente presa per calmare i mercati e fornire una data non troppo lontana su cui concentrare le aspettative”.
“L’aumento della volatilità sui mercati finanziari, la rottura di livelli tecnici importanti su diversi mercati azionari, la disfunzionalità dei mercati obbligazionari e le difficoltà a cui potrebbero andare incontro le Banche Centrali nel sostenere la crescita delle economie hanno iniziato ad incrinare la cosiddetta bolla protettiva”, evidenzia l’esperto. Si tratta di una bolla che “si differenzia dalle bolle speculative che imperversano sui mercati poiché è stata creata dalle politiche espansive delle Banche Centrali che hanno indotto gli investitori ad ignorare le valutazioni dei fondamentali dei titoli ed effettuare investimenti con aspettative di rendimento elevate senza considerare i rischi a essi associati”. “Alla luce di questi elementi, se prima ogni correzione era vista come un’opportunità di acquisto, adesso ogni rimbalzo deve essere considerato come un’occasione per alleggerire i rischi del portafoglio, spianando la strada a un approccio difensivo”.