Bce: Draghi rimanda il lancio del QE al nuovo anno. Mercati europei giù
Nell’ultima riunione del 2014 la Banca centrale europea (Bce) preferisce prendere tempo e decide di rinviare al nuovo anno un possibile ricorso al quantitative easing (QE) in salsa europea. L’Eurotower ha, infatti, preferito non procedere per il momento a nessuna nuova misura non convenzionale per contrastare il rischio deflazione rinviando al prossimo meeting eventuali decisioni in merito. Tutto confermato anche sul fronte tassi di interesse che sono rimasti invariati al minimo storico dello 0,05%.
Nel corso della conferenza stampa Mario Draghi, numero uno dell’Eurotower, ha ribadito che il consiglio direttivo “resta unanime sul ricorso a nuove misure non convenzionali di fronte al prolungarsi di rischi di una inflazione troppo bassa“. Draghi ha inoltre rimarcato che all’inizio del prossimo anno il board valuterà le misure attuate fino a questo momento, l’impatto dei cambiamenti nel prezzo del petrolio e le prospettive di stabilità dei prezzi. Se l’inflazione resterà bassa il board dell’istituto di Francoforte, ha ricordato Draghi, è unanime nell’utilizzare tutti i mezzi a disposizione.
L’ex governatore della Banca d’Italia ha spiegato che sono due le ragioni alla base della decisione di rimandare il lancio di nuove misure. “Innanzi tutto i cambiamenti recenti nel prezzo del petrolio sono stati così importanti ed è necessaria una riflessione attenta su questo tema, valutando effetti diretti e indiretti”, ha detto Draghi. La seconda motivazione alla base di questa “non azione” va rintracciata nel fatto che tra giugno e settembre sono state annunciate una serie di misure che, secondo Draghi “non hanno avuto modo di manifestare la loro azione”. Questo è il momento per il banchiere centrale di prepararsi per una azione futura.
Quanto al QE, il presidente Mario Draghi, rispondendo a una domanda, ha ricordato che “l’acquisto di titoli di Stato rientra chiaramente nel mandato” della Bce, ammettendo che “non è necessario un consenso unanime all’interno del board per avviare un programma di alleggerimento quantitativo”. Nessuna indicazione sui tempi. “Presto significa presto, ma non vuol dire necessariamente nella prossima riunione – ha detto Draghi – Soprattutto perché bisognerà valutare il prezzo del petrolio e il conseguente impatto sull’inflazione”.
Nel frattempo la Bce ha fornito le nuove previsioni economiche. Lo staff dell’Eurotower vede il Pil salire dello 0,8% quest’anno, lo 0,1 per cento in meno rispetto a quanto stimato in precedenza. Il prossimo anno il Pil dovrebbe accelerare leggermente a +1% rispetto al +1,6% indicato in precedenza e nel 2016 è atteso un +1,5% (da +1,9%). Limate anche le stime sull’inflazione che non prendono ancora in considerazione gli ultimi cali vistosi del prezzo del petrolio e che potrebbero portare quindi a ulteriori revisioni al ribasso. Il 2014 dovrebbe vedere l’inflazione allo 0,5% rispetto al +0,6% della precedente previsione. Nel 2015 l’inflazione è invece attesa a +0,7% (da precedente +1,1%).
La revisione delle stime sull’inflazione è stata dettata in particolare tre Paesi: Germania, Francia e Italia. La Bce, ha avvertito Draghi, “non tollererà prolungate deviazioni dalla stabilità dei prezzi, che potrebbero a sua volta alimentare aspettative di inflazione”.
Immediata la reazione dei mercati europei che di fronte al nulla di fatto della Bce hanno manifestato la loro cocente delusione con decisi ribassi, in particolare i periferici. a Piazza Affari il Ftse Mib cede circa l’1,89% a 19.600,16 punti, mentre l’Ibex lascia sul terreno il 2,03% a 10.655 punti. In rosso anche la Borsa di Parigi e quella di Francoforte che cedono rispettivamente l’1,44% e l’1,02%, mentre il Ftse 100 segna un -0,37 per cento.
Il prossimo meeting della Bce si terrà il 22 gennaio. Dall’inizio dell’anno la Bce, seguendo l’esempio della Fed, terrà la sua riunione ogni sei settimane e non più a inizio mese. Verranno inoltre pubblicati i verbali delle riunioni.