Bce: Draghi conferma tassi bassi. Recessione prolungata principale rischio sistemico per zona euro
La politica monetaria della Banca centrale europea (Bce) rimarrà accomodante, con i tassi che resteranno al livello attuale o più bassi per un periodo di tempo esteso. Un concetto che Mario Draghi, numero uno dell’Eurotower, ha ribadito nel pomeriggio nel corso di un’audizione al Parlamento europeo, ma qui in qualità di presidente dell’Esrb, il Comitato europeo per il rischio sistemico. Così facendo Draghi ha rimarcato la comunicazione fatta settimana scorsa, durante la consueta riunione mensile della Bce a Francoforte.
Draghi ha poi lanciato l’allarme sul disagio sociale. “So che il disagio sociale in alcuni Paesi è una tragedia” ha dichiarato l’ex numero uno di Bankitalia riferendosi ai Paesi in difficoltà e costretti al consolidamento di bilancio. E ha aggiunto che il “principale rischio sistemico in Europa è la recessione prolungata“.
Nella sessione domande e risposte di fronte al Parlamento europeo Draghi ha precisato che “malgrado la politica della Bce, il credito rimane debole”. La Banca centrale europea (Bce), la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti (Bei) stanno lavorando per ridurre la frammentazione del credito. Secondo Draghi, non ci potrà essere una ripresa economica, senza una risoluzione di questo problema, “perché il 75% dell’occupazione totale viene creata dalle piccole e medie imprese”. Allo stato attuale “esiste una frammentazione tra Paesi periferici e Paesi centrali, con flussi più bassi e costi di finanziamento più alti per i primi, ma esiste anche una frammentazione sull’accesso al credito tra grandi e piccole aziende”, ha illustrato Draghi. Per questo, “la Commissione europea, la Bce e la Bei stanno agendo per sostenere con strumenti congiunti le Pmi”.
Draghi, nei panni di numero uno dell’Esrb, ha poi spiegato che “gli interventi macroprudenziali svolgono un ruolo importante per garantire la stabilità finanziaria” e “l’Unione europea ha già iniziato ad utilizzarli per risolvere le vulnerabilità nelle banche, ma anche nelle infrastrutture non finanziarie, e per promuovere un sistema bancario più resistente in grado di sostenere l’economia”. Guardando all’Italia, Draghi ha sottolineato come la Banca d’Italia “sta lavorando su prestiti in sofferenza che continuano a crescere nell’attuale scenario macroeconomico debole”.