Notizie Dati Macroeconomici Bce conferma tassi e QE. Draghi, utilizzeremo tutti gli strumenti necessari

Bce conferma tassi e QE. Draghi, utilizzeremo tutti gli strumenti necessari

8 Settembre 2016 13:35

Bocce ferme a Francoforte. L’istituto guidato da Mario Draghi ha annunciato di aver confermato i tassi di interesse (costo del  denaro a zero, tassi sui depositi marginali e sui prestiti marginali a -0,40% e 0,25%) e il piano di Quantitative Easing (80 miliardi di shopping mensile con scadenza a marzo 2017). 

“Il Consiglio della Bce continua a stimare che i tassi resteranno ai livelli attuali, o a livelli più bassi, per un periodo di tempo esteso e comunque ben al di là della fine del piano di acquisto asset”, riporta la nota dell’istituto con sede a Francoforte. La scadenza del QE potrà essere estesa “fino a quando (la Bce, ndr) non rileverà un aggiustamento sostenuto dell’andamento dell’inflazione in linea con i target”.

Draghi: non abbiamo discusso modifiche al QE
“Continueremo a monitorare l’andamento dell’economia e dei mercati finanziari da vicino […] e utilizzeremo tutti gli strumenti coerenti con il nostro mandato”. Così il chairman Draghi ha iniziato la consueta conferenza stampa che fa da corollario alle riunioni del board dell’Eurotower. “Non ci devono essere dubbi sulla nostra volontà e sulla nostra capacità di agire”.

“Non abbiamo discusso dell’estensione del piano  di Quantitative Easing”, ha detto Draghi rispondendo a una specifica domanda di un giornalista. Stessa risposta a chi gli chiedeva di misure circolate nei giorni scorsi come l’ “helicopter money” (espressione che indica la stampa di denaro e la distribuzione diretta ai cittadini) e l’acquisto di titoli azionari.

 “Ribadiamo di attenderci una crescita del Pil a un ritmo stabile e moderato mentre l’inflazione è destinata a crescere gradualmente nei prossimi mesi, in linea con il sentiero già delineato nelle proiezioni di giugno”. L’incremento del Pil di Eurolandia è visto all’1,7% nel 2016 (+1,6% a giugno), all’1,6% nel 2017 (da 1,7%), all’1,6% nel 2018. Sostanzialmente in linea anche i dati relativi l’inflazione armonizzata, vista allo 0,2% nel 2016, all’1,2% nel 2017, all’1,6% nel 2018.

Rischi per l’economia, ha rilevato il chairman, arrivano da una domanda estera debole, in parte collegata al referendum che ha decretato l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, dal processo di consolidamento di bilancio e dalla lentezza con cui le riforme strutturali vengono implementate.

Per quanto riguarda il comparto bancario, Draghi ha evidenziato come “la trasmissione della politica monetaria non ha mai funzionato così bene […] la frammentazione è finita, il credito è in crescita costante dal 2014″. “Le indagini condotte dalle banche mostrano che il credito ha ormai raggiunto i settori non-finanziari dell’economia, le misure che abbiamo adottato si stanno rivelando efficaci”.

Reazioni
Gli operatori si aspettavano nuove misure di stimolo (o l’estensione di quelle attuali), e, a seguito della conferma dell’attuale politica monetaria, i listini europei sono scivolati in territorio negativo. Al momento l’Euro Stoxx 50 quota in rosso dell’1,26% e, a livello di singoli indici, Dax e Cac40 scendono dell’1,43 e dell’1,27 per cento mentre il Ftse Mib perde lo 0,61%.  Sul valutario, seduta in crescendo per l’eurodollaro che segna un incremento dello 0,66% e passa di mano a 1,1312$.