Notizie Notizie Mondo Bce alza tassi dello 0,75%, mossa storica contro l’inflazione galoppante. La reazione dei mercati e la conferenza LIVE della Lagarge

Bce alza tassi dello 0,75%, mossa storica contro l’inflazione galoppante. La reazione dei mercati e la conferenza LIVE della Lagarge

8 Settembre 2022 14:51

La Banca centrale europea ha annunciato un aumento del tasso di interesse di 75 punti base, portando il tasso di riferimento sui depositi allo 0,75%. La decisione è in linea con il consensus Bloomberg. Si tratta del più grande rialzo dei tassi dall’inizio dell’unione monetaria. “Questo importante passo anticipa la transizione dal livello prevalente altamente accomodante dei tassi ufficiali verso livelli che garantiranno il tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2%”, rimarca la Bce nello statement di accompagnamento alla decisione.

Il Consiglio direttivo Bce ha deciso di alzare di 75 punti base tutte e tre i tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente all’1,25%, all’1,50% e allo 0,75%, con effetto dal 14 settembre 2022.

La Bce si aspetta di aumentare ulteriormente i tassi di interesse, perché l’inflazione rimane troppo alta ed è probabile che rimanga al di sopra dell’obiettivo per un periodo prolungato.

Segui LIVE la conferenza di Christine Lagarde

 

Commenti a caldo reazione dei mercati

La prima reazione del mercato è stata con vendite sulle azioni con Ftse Mib ai minimi intraday a -1% circa con rialzi in controtendenza per le banche (+2,4% Unicredit e Banco BPM); sul valutario l’euro inizialmente si è mantenuto sopra la parità contro il dollaro Usa per poi scendere velocemente in area 0,993.

“Con la decisione odierna, è chiaro che la BCE ha rinunciato al targeting e alle previsioni dell’inflazione e si è unita al gruppo delle banche centrali che puntano a ridurre l’inflazione effettiva. Non è tanto una nuova strategia basata sulla convinzione, quanto piuttosto una strategia basata su alternative mancanti”, commenta a caldo Carsten Brzeski, Global Head of Macro di Ing.

L’esperto guarda al futuro e su come il deterioramento della crescita potrebbe incidere sull’atteggiamento della Bce. “L’atteggiamento accomodante non c’è più, anche se la BCE è ancora molto più ottimista sulla crescita (+0,9%) nel 2023 rispetto a noi (-0,6%). La domanda rimane se la BCE sarebbe davvero disposta a continuare a fare un’escursione così aggressiva come suggeriscono se la recessione diventa realtà. Entrare in una recessione è una cosa, camminare durante una recessione un’altra”, rimarca Brzeski.

Altaf Kassam, State Street Global Advisors, ritiene che il super-aumento di oggi è una mossa più di recupero che di prospettiva, ma dovrebbe dare alla BCE un po’ di respiro e permetterle di concentrarsi su altre questioni, come l’eventuale fine dei reinvestimenti del Programma di acquisto di asset e l’attivazione dello scudo anti-spread (TPI). In prospettiva Kassam si aspetta che la BCE rallenti il ritmo dei rialzi dei tassi, aumentando di altri 50 punti percentuali a ottobre e di 25 punti percentuali a dicembre, per arrivare a un tasso di interesse (sui depositi) dell’1,50% entro la fine dell’anno. “Come emerge dalla revisione delle previsioni della BCE, il 2023 si preannuncia un anno difficile e la Banca Centrale ha bisogno di tutta la flessibilità possibile”.

Nuove stime inflazione

Gli esperti della BCE hanno rivisto significativamente al rialzo le proiezioni sull’inflazione, che è attesa in media all’8,1% nel 2022, al 5,5% nel 2023 e al 2,3% nel 2024. Secondo la stima rapida dell’Eurostat l’inflazione ha raggiunto il 9,1% ad agosto. “I rincari dei beni energetici e alimentari, le pressioni della domanda in alcuni settori dovute alla riapertura delle attività economiche e le strozzature dell’offerta costituiscono ancora i fattori responsabili dell’incremento dell’inflazione”, argomenta la Bce.

“Le spinte sui prezzi hanno continuato a rafforzarsi e diffondersi in tutta l’economia e l’inflazione potrebbe aumentare ulteriormente nel breve periodo – prosegue la Bce – Con il graduale venir meno delle attuali determinanti dell’inflazione e con il trasmettersi della normalizzazione della politica monetaria all’economia e al processo di formazione dei prezzi, l’inflazione si ridurrà”.

Economia in ristagno nel prosieguo dell’anno e nel primo trimestre 2023

Prospettive più cupe per l’economia. La Bce rimarca come dopo il recupero della prima metà del 2022 i dati recenti indicano per l’area dell’euro un considerevole rallentamento dell’economia, che dovrebbe ristagnare nel prosieguo dell’anno e nel primo trimestre del 2023. “Le quotazioni molto elevate dell’energia riducono il potere di acquisto dei redditi delle famiglie e, sebbene si stiano attenuando, le strozzature dal lato dell’offerta continuano a frenare l’attività economica. Inoltre la situazione geopolitica avversa, soprattutto l’aggressione ingiustificata dell’Ucraina da parte della Russia, si ripercuote sulla fiducia delle imprese e dei consumatori”. Tali prospettive si riflettono nelle ultime proiezioni formulate dagli esperti Bce che vedono il PIL segnare +3,1% nel 2022, per poi decellerare allo 0,9% nel 2023; nel 2024 atteso un +1,9%.

Il Consiglio direttivo inoltre rende noto che intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Paa (Programma di acquisto per l’emergenza pandemica) per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui ha iniziato a innalzare i tassi di interesse di riferimento della Bce e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di abbondante liquidità e un orientamento adeguato di politica monetaria.

Per quanto riguarda il Pepp (Programma di acquisto per l’emergenza pandemica), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del Pepp sarà gestita con l’adeguato orientamento di politica monetaria, in modo da evitare interferenze.