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Barilla frena sulla quotazione di Kamps e Harry’s

Pubblicato 20 Giugno 2007 Aggiornato 19 Luglio 2022 14:42
Non c'è solo la quotazione nel futuro di Kamps e Harry's. Le società alimentari controllate al 51% da Barilla, stando a quanto risulta a Finanza.com sarebbero state al centro, nei giorni scorsi, di un vertice per la discussione delle operazioni alternative all'approdo in borsa. La strada verso la quotazione era stata ufficializzata lo scorso 29 maggio dall'amministratore delegato di Barilla, Robert Singer, per il quale "il nostro obiettivo è portare avanti il progetto di quotazione di Kamps e di Harry's entro il 2010".

Il vaglio di diverse opzioni - sempre secondo quanto appreso da fonti vicine al dossier - farebbe parte di una complessiva proposta di Barilla per rinegoziare gli accordi parasociali sottoscritti con i partner finanziari Efibanca, Banca Popolare Italiana, Stichting Bakery Finance, Bakery Equity Luxembourg e Gafina, che insieme controllano il 49% del capitale delle due società.

Gli accordi prevedono la quotazione o la vendita a terzi di Kamps e Harry's in modo congiunto attraverso la costituzione di un nuovo veicolo, ma anche l'esistenza di un'opzione put a favore dei partner finanziari per la vendita a Barilla, che potrebbe essere esercitata in caso di mancata vendita a terzi o di mancata quotazione.
La proposta di Barilla prevederebbe una parziale modifica alle modalità e ai tempi di realizzazione dell'investimento in Kamps e Harry's e in particolare un piano da condividere con i partner finanziari per il rilancio della divisione retail di Kamps nell'arco di 3-5 anni e un programma di valorizzazione e successiva dismissione della divisione bakeries di Kamps e degli asset olandesi su un arco temporale di 3 anni.

Una proposta di questo tipo porterebbe dunque a una separazione dell'investimento sostenuto dai partner finanziari in Kamps e Harry's prevedendo tempi e modalità di realizzo distinti per ciascun investimento e l'eliminazione dell'obbligo di quotazione nel periodo 2007-2010. L'attuale opzione put verrebbe infatti eliminata e sarebbe esercitabile solo in caso di perdita di controllo da parte della famiglia Barilla o in caso di significativi inadempimenti contrattuali connessi alla gestione delle partecipazioni da parte del partner industriale.
La proposta di Barilla dovrebbe comunque incontrare il favore di Banca Popolare Italiana, Efibanca Spa e Backery Equity Louxembourg SA. Un consenso tutt'altro che scontato al momento.