Barclays: nessuna crisi del debito in Ue questa estate
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Non riteniamo probabile una crisi del debito in Europa quest'estate dicono gli analisti di Barclays secondo cui la tendenza al rialzo dei rendimenti sovrani riflette ampiamente i fondamentali.
Gli esperti ritengono che i parametri del debito siano resistenti rispetto agli standard storici e inoltre che il contesto istituzionale dovrebbe tenere sotto controllo gli spread sovrani. Quest'anno i rendimenti delle obbligazioni sovrane sono aumentati notevolmente nei Paesi periferici dell'area dell'euro (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia), suscitando timori di frammentazione finanziaria. “Riteniamo che i movimenti finora siano coerenti con un contesto di crescita nominale più elevata che richiede una politica monetaria più restrittiva e, a sua volta, un certo riprezzamento del premio per il rischio di credito”. “Riteniamo che l'elevato livello dei rendimenti periferici sia molto meno preoccupante, fintanto che gli spread sovrani rimarranno ordinati e ben contenuti” dice Barlcays indicando anche diversi fattori a sostegno di quest'ultima ipotesi. In primo luogo i tassi d'interesse medi sul debito in essere sono molto più bassi rispetto a prima della crisi del debito del 2011/12 e la scadenza media del debito è più lunga e la maggior parte del debito è ora detenuto dalla BCE e da investitori residenti.
Gli esperti ritengono che i parametri del debito siano resistenti rispetto agli standard storici e inoltre che il contesto istituzionale dovrebbe tenere sotto controllo gli spread sovrani. Quest'anno i rendimenti delle obbligazioni sovrane sono aumentati notevolmente nei Paesi periferici dell'area dell'euro (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia), suscitando timori di frammentazione finanziaria. “Riteniamo che i movimenti finora siano coerenti con un contesto di crescita nominale più elevata che richiede una politica monetaria più restrittiva e, a sua volta, un certo riprezzamento del premio per il rischio di credito”. “Riteniamo che l'elevato livello dei rendimenti periferici sia molto meno preoccupante, fintanto che gli spread sovrani rimarranno ordinati e ben contenuti” dice Barlcays indicando anche diversi fattori a sostegno di quest'ultima ipotesi. In primo luogo i tassi d'interesse medi sul debito in essere sono molto più bassi rispetto a prima della crisi del debito del 2011/12 e la scadenza media del debito è più lunga e la maggior parte del debito è ora detenuto dalla BCE e da investitori residenti.