Notizie Notizie Italia Bankitalia: Draghi esorta ritorno alla crescita. Ultima assemblea prima della Bce

Bankitalia: Draghi esorta ritorno alla crescita. Ultima assemblea prima della Bce

31 Maggio 2011 11:07

“Dobbiamo tornare alla crescita”. Con queste parole (che suonano come una vera e propria esortazione) Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia, conclude la sua sesta e ultima Assemblea annuale della Banca d’Italia, e quasi simbolicamente si congeda. Una scelta non casuale. Sono infatti le stesse parole utilizzate nel 2006 in apertura delle sue prime considerazioni finali nei panni di Governatore. “La crescita economica del nostro Paese è stata il mio punto fisso – ha rimarcato Draghi nella parte conclusiva del suo discorso -. Non è un problema nuovo, ma rivendico alla Banca d’Italia il merito di averlo messo al primo posto nelle priorità di politica economica”.


Dal “mondo dopo la crisi”, alla “riforma della finanza”, alla “economia italiana”. Sono molti i temi toccati dal Governatore uscente di palazzo Koch. Ampio spazio anche alle “banche e alla vigilanza” nel corso delle conclusioni finali di Draghi. “Dallo scorso anno la Banca d’Italia ha chiesto alle banche di rafforzare il patrimonio. La risposta degli azionisti, delle Fondazioni, degli investitori è stata pronta”, ha sottolineato con soddisfazione Draghi rimarcando che “tra ottobre 2010 e aprile di quest’anno sono stati varati aumenti di capitale per oltre 11 miliardi, e queste operazioni, che si concluderanno entro l’autunno, permettono di avvicinarsi all’obiettivo previsto da Basilea 3 per il 2019”. Draghi ha inoltre aggiunto che “una ripresa degli utili permette di accrescere il patrimonio per via interna.


Il mondo per il numero uno di via Nazionale è fuori pericolo, ma il lascito della crisi è pesante. “Nel 2010 l’economia globale è tornata a crescere a ritmi prossimi al 5%, col sistema finanziario che , nel suo complesso, si sta gradualmente risanando”. Ma Draghi avverte: le conseguenze della crisi sono pesanti. Eccezion fatta per la Germania, il gruppo delle economie più progredite stenta a ritrovare i ritmi di sviluppo precedenti. E il recupero rimane troppo debole per riassorbire la disoccupazione. Uno scenario globale completato dai primi segnali di inflazione nei Paesi emergenti.


Nel corso dell’intervento Draghi si sofferma sull’economia italiana. “Il disavanzo pubblico, prossimo quest’anno al 4% del Pil, è inferiore a quello medio dell’area dell’euro, ma il debito è vicino al 120 per cento del Pil. Per Bankitalia sono dunque appropriati l’obiettivo di pareggio del bilancio nel 2014 e l’intenzione di anticipare a giugno la definizione della manovra correttiva per il 2013-14.
Ben vista l’area euro, che, secondo il Governatore, nel complesso non va male. “La ripresa economica si sta consolidando, con una crescita prevista nel 2011 non lontana dal 2%”. Discorso a parte per la crisi del debito. “Non esistono scorciatoie. La risposta alla crisi del debito sta nelle politiche nazionali e nella piena attuazione dei piani correttivi concordati”, ha dichiarato il Governatore della Banca d’Italia, precisando che “il sostegno finanziario ai Paesi in difficoltà non è un trasferimento fiscale fra Paesi e sono soggetti a condizioni stringenti”.


Quella di oggi è stata la sesta e ultima relazione all’assemblea annuale della Banca d’Italia di Mario Draghi. Due settimane fa Draghi è stato nominato all’unanimità come candidato unico alla guida della Banca centrale europea (Bce).  La vera investitura arriverà solo a fine giugno, per la precisione il prossimo 24 giugno, in occasione della riunione del 24-25 giugno dei capi di stato e di Governo Ue a Bruxelles. Prima di allora, Draghi dovrà sottoporsi al Parlamento europeo. L’incarico, una volta terminate le procedure, inizierà il primo di novembre. Il 31 ottobre infatti scadrà il mandato di Jean-Claude Trichet, dopo otto anni di guida alla Bce. Tra i nomi in corsa per sedere sulla poltrona di Governatore circolano in questi giorni quello  del direttore generale di banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, quello del direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, e infine quello di Lorenzo Bini Smaghi, attuale membro del board della Bce.