Bankitalia: crescita modesta anche nel prossimo biennio, resta il nodo occupazione
Si prospettano ancora anni di crescita flebile per l’Italia complice la blanda ripresa dei ritmi produttivi e la debolezza del mercato del lavoro. E’ la fotografia scattata oggi dal Bollettino economico di gennaio di Bankitalia. Nel biennio 2011-12 la crescita in Italia dovrebbe mantenersi moderata con il pil atteso sia nel 2011 sia nel 2012 con un ritmo di crescita analogo a quello del 2010, intorno all’1 per cento. L’espansione del prodotto, frenata dalla debole domanda interna, rimarca il Bollettino di palazzo Koch, dovrebbe rimanere inferiore a quella dell’area dell’euro, che le valutazioni di consenso indicano all’1,5 per cento. In questo scenario, non si avrebbe una robusta ripresa dell’occupazione. A novembre il tasso di disoccupazione risulta dell’8,7 per cento. La disoccupazione “reale”, calcolata includendo i lavoratori scoraggiati e l’equivalente delle ore della Cassa integrazione guadagni (cig), il tasso di disoccupazione si collocherebbe almeno due punti percentuali al di sopra del tasso di disoccupazione.
Alla fine del 2012, secondo i calcoli di Bankitalia, il Pil avrà recuperato circa la metà della perdita subita nel corso della recessione (pari a quasi sette punti percentuali). Ritmi produttivi così modesti non consentirebbero una ripresa significativa dell’occupazione che, nel settore privato, si espanderebbe di circa 0,5 punti percentuali sia nel 2011 sia nel 2012. Le esportazioni sono viste in crescita del 6 per cento quest’anno e del 5,3 nel prossimo. L’espansione delle vendite all’estero risulterebbe così meno robusta di quella del commercio mondiale, scontando perdite di competitività di prezzo delle imprese italiane.
Bankitalia rimarca come lo scenario potrebbe mutare in entrambe le direzioni alla luce dei forti elementi di incertezza. Da un lato, i rinnovati timori sulla sostenibilità dei debiti sovrani in alcuni paesi dell’area dell’euro potrebbero riflettersi in un aumento dei costi di finanziamento anche per il settore privato. Dall’altro lato, la crescita della domanda mondiale potrebbe rivelarsi più vigorosa di quella qui ipotizzata, pur rivista al rialzo al 7 per cento, circa un punto più che nello scenario delineato a luglio scorso. “È essenziale che vengano rimossi gli ostacoli strutturali che hanno finora impedito all’economia italiana di inserirsi pienamente nella ripresa dell’economia mondiale”, rimarca il Bollettino diffuso oggi dalla banca centrale guidata da Mario Draghi.
I consumi privati sono visti crescere a un ritmo appena inferiore a quello del prodotto, pari allo 0,8 per cento sia nel 2011 sia nel 2012. La spesa delle famiglie dovrebbe pagare, oltre che da un graduale aumento dei costi di finanziamento (desumibile dalle attese dei mercati sui tassi di interesse a medio e lungo termine), anche la perdurante incertezza circa le prospettive occupazionali e dai minori trasferimenti dal settore pubblico; tali fattori orienterebbero le scelte delle famiglie italiane verso un maggiore risparmio. L’inflazione è vista nell’ordine del 2 per cento nel biennio 2011-12.
Indicazioni in parte confortanti, invece, dai conti pubblici. Nel 2010 il debito in rapporto al PIL dovrebbe essere aumentato a circa il 119 per cento, dal 116 del 2009. Tale aumento sarebbe inferiore a quello riportato per il complesso dei paesi dell’area dell’euro nelle previsioni dell’autunno scorso della Commissione europea (pari a cinque punti percentuali, all’84,1 per cento del PIL). Debito pubblico italiano che comunque a novembre ha toccato i suoi nuovi massimi storici a quota 1.869,9 miliardi di euro contro gli 1.867,3 toccati nel mese di ottobre.