Notizie Notizie Italia Banche, report ABI: a dicembre 2022 tasso medio sui prestiti in rialzo al 3,22%

Banche, report ABI: a dicembre 2022 tasso medio sui prestiti in rialzo al 3,22%

Pubblicato 18 Gennaio 2023 Aggiornato 23 Febbraio 2023 15:55

Ieri è stato pubblicato il report di dicembre dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) sull’attività delle banche italiane. Di seguito vengono presentati i principali temi dell’indagine e un commento degli analisti di Equita Sim.

I prestiti delle banche aumentano del 2,1%, meno di novembre

A dicembre 2022, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,1% rispetto a un anno fa. Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).

A novembre 2022, i prestiti alle imprese hanno registrato un aumento del 2,8% su base annua e i prestiti alle famiglie un incremento del 3,8%.

Tassi di interesse sui finanziamenti in crescita

A dicembre 2022, a seguito dei rialzi dei tassi Bce (a cui ne seguiranno altri, come ricordato oggi dal membro Bce Villeroy) i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento registrano le seguenti dinamiche:

  • il tasso medio sul totale dei prestiti è salito al 3,22% (2,96% nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007);
  • il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è aumentato al 3,44% (2,94% il mese precedente; 5,48% a fine 2007);
  • il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è rimasto sostanzialmente stabile al 3,09% (3,06% il mese precedente, 5,72% a fine 2007).

Qualità del credito, calano le sofferenze

Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a novembre 2022 sono 16,3 miliardi di euro, in lieve calo (circa 350 milioni) rispetto al mese precedente (-2,1%) e inferiori di circa 1,3 miliardi rispetto a novembre 2021. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi) il calo è di 72,6 miliardi.

Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari allo 0,92% a novembre 2022 rispetto all’1,02% di novembre 2021 (4,89% a novembre 2015).

Diminuisce la raccolta da clientela delle banche

In Italia, a dicembre 2022, la dinamica della raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in calo del -1,2% su base annua. Anche i depositi sono scesi, nello stesso mese, di 24,1 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a -1,3% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è rimasta invariata rispetto ad un anno prima.

La riduzione dei depositi è imputabile prevalentemente alle imprese (-33,4 miliardi di euro tra luglio e novembre 2022) che avevano registrato tra dicembre 2019 e luglio 2022 un incremento dei depositi di oltre 130 miliardi di euro, mentre per la raccolta indiretta, cioè agli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione sia detenuti direttamente della clientela) si rileva un incremento, ben maggiore, di circa 82 miliardi tra luglio e novembre 2022, di cui 56,7 miliardi riconducili alle famiglie, 7 alle imprese e il restante agli altri settori (imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).

Aumentano i tassi di interesse sulla raccolta da clientela delle banche

A dicembre 2022, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia lo 0,62%, (rispetto allo 0,58% nel mese precedente) ad effetto:

  • del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), 0,46% (0,42% nel mese precedente);
  • del tasso sui PCT, che si colloca allo 0,92 % (1,67% il mese precedente);
  • del rendimento delle obbligazioni in essere, 2,12% (2,07% nel mese precedente;).

Cresce il margine tra tasso sui prestiti e tasso sulla raccolta

Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie, a dicembre 2022, in Italia risulta pari a 260 punti base (238 nel mese precedente).

Il margine, sebbene in crescita, resta comunque inferiore rispetto gli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).

Dati confermano aspettative solide su margine di interesse nel 4Q (Equita)

Gli analisti di Equita SIM sottolineano tre tendenze principali emerse dal report:

  • prosecuzione del trend di rialzo dei tassi di interesse applicati sui prestiti;
  • decelerazione sul fronte delle erogazioni;
  • riduzione della base depositi.

Per quanto riguarda i tassi, la crescita del tasso medio sul totale dei prestiti a dicembre è guidata “principalmente dal rialzo dei tassi sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese (+50bps m/m) mentre il tasso applicato sui nuovi mutui residenziali è risultato solo in moderata crescita (+3bps). I dati di dicembre confermano come il repricing degli attivi sia molto più rapido di quello dei passivi, con il tasso medio sulla raccolta bancaria in crescita di soli 4bps su base mensile (allo 0,62%)”.

Con riferimento ai volumi, l’aumento del 2,1% degli impieghi a imprese e famiglie a dicembre “conferma i segnali di rallentamento nel trend di crescita (ottobre +3,6% a/a, novembre +3,3%).” Lato raccolta, la discesa dei depositi (-1,3%) “è attribuibile prevalentemente alle imprese, che risultano più sensibili alla dinamica dei tassi di interesse. Il calo dei depositi mostra una significativa accelerazione rispetto al trend di riduzione iniziato a ottobre (ottobre e novembre -0,2% a/a), indicando dunque un possibile segnale di pressione che potrà indurre le banche ad incrementare i tassi riconosciuti sulla raccolta.”

Per quanto concerne la qualità degli asset, Equita afferma che “l’ultima rilevazione non ha mostrato un peggioramento dell’asset quality, con sofferenze nette in leggero calo su base trimestrale (riteniamo principalmente grazie alla prosecuzione delle azioni di derisking da parte delle banche)”.

Nel complesso, “le indicazioni sul fronte dei tassi e volumi confermano le aspettative di un quarto trimestre molto forte sul fronte del margine di interesse, a fronte di un CoR underlying che non mostra segnali di deterioramento (alcuni operatori potrebbero comunque decidere di accelerare ulteriormente sul derisking in ottica 2023). Riteniamo tuttavia che le pressioni sulla raccolta incideranno progressivamente in maniera più marcata sul costo del funding e ridurranno il beneficio a margine di interesse da futuri rialzi dei tassi.”