Banche italiane: tema Npl rimarrà centrale nel 2018, secondo Credit Suisse
Il tema dei Npl (non performing loan, crediti deteriorati) rimarrà centrale per sistema bancario italiano anche nel corso del 2018. Lo sostengono gli analisti di Credit Suisse in un report dedicato alle banche italiane. “Per il 2018, il tema principale per le banche italiane continuerà ad essere l’asset quality e la posizione della Banca centrale europea sull’esposizione agli Npl“, affermano gli esperti della banca svizzera, sottolineando che “lato Npe, l’approccio più morbido della Commissione europea dovrebbe prevalere. Lato Npl, ci attendiamo che la Bce adotti delle misure ‘caso per caso’, cercando di proseguire nella riduzione del ratio Npe di settore”.
Di fronte a tale contesto, Credit Suisse consiglia si essere “selettivamente costruttivi sulle banche italiane, indicando Intesa Sanpaolo come “top pick”. Sulla banca italiana guidata da Carlo Messina il broker elvetico conferma una raccomandazione “outperform”, con un target price di 3,20 euro. “Il nuovo piano strategico sarà il catalyst principale”, scrivono da Credit Suisse, riferendosi al nuovo business plan che Intesa verrà presentato nel febbraio 2018. Ad Unicredit la banca svizzera assegna una raccomandazione “neutral”, con un prezzo obiettivo di 18,6 euro. Secondo Credit Suisse dal Capital markets day dell’istituto guidato da Mustier, in programma a Londra il prossimo 12 dicembre, potrebbero arrivare “sorprese positive”. Credit Suisse indica infine un giudizio “underperform” per Mps, con un target di 4,28 euro; mentre a Ubi Banca assegna “outperform”.
Tornando al discorso crediti deteriorati, Credit Suisse ha precisato che “gli ultimi piani sugli Npl implicano un taglio del ratio Npe lordo dal 23% dello scorso settembre al 13% nel 2019. “Le principali banche italiane si sono poste come target una riduzione degli Npe pari a 64 miliardi di euro tramite recuperi e cessioni. Mentre Unicredit e Banca Mps si concentrano su cessioni e cartolarizzazioni costose (assistite dalla garanzia dello Stato), Intesa Sanpaolo e Ubi Banca si sono focalizzate sulla gestione interna e sui recuperi“.
“Pensiamo che le banche italiane sotto la nostra copertura potrebbero gestire l’aumento della copertura degli Npl al 73% senza raccogliere nuovo capitale – segnalano da Credit Suisse -. Al valore contabile netto del 27%, le banche potrebbero vendere il 50% dello stock con un impatto sul Cet1 di -150 bps. Il ratio Npe calerebbe al 10,7% dal 14,9%”. “Un deconsolidamento dello stock Npl al 100% sarebbe, tuttavia, doloroso: stimiamo che avrebbero bisogno di 9,7 miliardi di nuovo capitale”.