Banche in fermento: Dubai entra in Citi, Barclays fiduciosa sui conti 2007
Ancora una serie di notizie ad effetto dalla banche. Per una volta non si tratta di svalutazioni o allarmi per gli effetti della crisi del credito, quanto delle prime contromosse a uno stato di tensione ormai palese. Dopo aver incassato il sì di Northern Rock all’offerta fatta dalla cordata capitanata da Virgin per rilevare l’istituto, il mercato ha appreso oggi un’altra notizia per certi versi epocale: il fondo di investimento del governo di Abu Dhabi diventerà uno dei maggiori azionisti di Citigroup. Un’iniezione non solo di capitali, ma anche di fiducia verso il travagliato istituto, il cui titolo è giunto ieri al livello più basso degli ultimi 5 anni alla Borsa di New York. E un’altra nota positiva è arrivata di prima mattina da Barclays, che ha annunciato di prevedere utili 2007 in linea con quelli del 2006 nonostante svalutazioni già annunciate per 1,3 miliardi di sterline.
La notizia che fa più rumore è però quella dell’ingresso di Abu Dhabi in Citi. La banca ha reso noto in un comunicato che il fondo investirà 7,5 miliardi di dollari rilevando un pacchetto azionario del 4,9%. Finora Citigroup ha annunciato svalutazioni sui subprime per 6,5 miliardi, anticipando altri oneri tra gli 8 e gli 11 miliardi per il trimestre in corso. Ieri inoltre era emersa la possibilità di licenziamenti per 45mila dipendenti, circa il 15% dell’organico complessivo dell’istituto. A inizio 2007 la banca aveva già annunciato il taglio di 17mila posti. Il titolo Citigroup, che ha chiuso ieri con un calo di oltre il 3% a Wall Street, ha terminato la seduta a Tokyo con un progresso dello 0,8%.
Barclays Bank questa mattina ha invece annunciato in una nota di ritenere verosimile il raggiungimento delle stime di utile fissate dal consensus di mercato per il 2007, che indicano profitti pre-tasse per 7,1 miliardi di sterline, all’incirca quanto registrato nel 2006. Una ventata di ottimismo dopo che la banca è rimasta pesantemente coinvolta nella crisi del credito. Determinante per la tenuta dei conti il buon andamento di alcuni business come quello delle carte di credito e i servizi retail in Gran Bretagna. A metà novembre in scia alla caduta di valore dei titoli legati ai subprime Barclays aveva reso note svalutazioni per circa 1,3 miliardi di sterline all’interno della sua divisione investment banking. “La liquidità resta sostenuta e continuiamo a vedere buoni flussi di depositi”, ha spiegato il ceo John Varley nella nota. Dall’inizio dell’anno il titolo Barclays ha ceduto a Londra il 32% circa.