Banca d’Italia: Paese sarà tra principali contribuenti a fondo di convergenza
L'Italia sarà verosimilmente tra i principali contribuenti allo strumento di convergenza e di competitività. E' quanto si legge in una nota della Banca d'Italia in cui commenta la proposta della Commissione europea "Towards a Deep and Genuine Economic and Monetary Union. The introduction of a Convergence and Competitiveness Instrument". Nel documento l'esecutivo Ue propone la predisposizione di accordi che prevedano l'impegno di uno Stato membro a effettuare riforme per correggere situazioni che potrebbero avere effetti negativi oltre i confini nazionali. A fronte di tale impegno, lo Stato riceverebbe un contributo per il finanziamento degli interventi da realizzare.
A titolo esemplificativo, spiega il vice direttore generale di Via Nazionale Luigi Federico Signorini, per un fondo dell'ordine di 25 miliardi, la metà dell'importo medio annuo dei fondi strutturali nel periodo 2007-2013, il contributo dell'Italia potrebbe ammontare a circa 4 miliardi. "Oltre a contribuire dovremo essere in grado di utilizzare quei fondi", aggiunge. "Non siamo tra i paesi che hanno sfruttato al meglio strumenti analoghi già presenti in Europa. Al 31 dicembre dello scorso anno la spesa certificata dall'Italia alla Ue per i programmi finanziati con i fondi strutturali comunitari era pari al 31,5% degli stanziamenti; secondo i dati della Commissione, il nostro paese sarebbe terz'ultimo nella classifica dei paesi della Ue nella capacità di utilizzo di tali fondi".
A titolo esemplificativo, spiega il vice direttore generale di Via Nazionale Luigi Federico Signorini, per un fondo dell'ordine di 25 miliardi, la metà dell'importo medio annuo dei fondi strutturali nel periodo 2007-2013, il contributo dell'Italia potrebbe ammontare a circa 4 miliardi. "Oltre a contribuire dovremo essere in grado di utilizzare quei fondi", aggiunge. "Non siamo tra i paesi che hanno sfruttato al meglio strumenti analoghi già presenti in Europa. Al 31 dicembre dello scorso anno la spesa certificata dall'Italia alla Ue per i programmi finanziati con i fondi strutturali comunitari era pari al 31,5% degli stanziamenti; secondo i dati della Commissione, il nostro paese sarebbe terz'ultimo nella classifica dei paesi della Ue nella capacità di utilizzo di tali fondi".