Banca d’Italia: il 65% delle famiglie italiane ha un reddito insufficiente

Nel 2010 è cresciuta al 65% il numero di famiglie italiane che valutano il proprio reddito effettivo inferiore a quello ritenuto necessario (erano meno del 40% nel 1990). E' quanto pubblica la Banca d'Italia nel documento "Questioni di Economia e Finanza" intitolato "Le difficoltà di risparmio nelle valutazioni delle famiglie italiane". Via Nazionale sottolinea che tale incremento è riscontrabile in tutte le principali disaggregazioni dell'inchiesta, tuttavia l'incidenza delle famiglie che percepiscono il disagio è più elevata fra quelle del meridione, con minore grado di scolarizzazione, che vivono in affitto, il cui capo famiglia è operaio oppure disoccupato, pensionato, impiegato a tempo parziale.
La quota di famiglie che ritengono di avere effettive possibilità di risparmio si è collocata su livelli storicamente bassi, intorno al 30% dalla metà dello scorso decennio (era sul 50% all'inizio degli anni novanta). Il divario tra coloro che ritengono, rispettivamente, opportuno e possibile risparmiare è aumentato soprattutto fra quelli che vivono soli, in affitto e che sono titolari di un contratto di lavoro a tempo determinato.
Nel complesso, spiega il documento, emergono chiari segnali di difficoltà delle famiglie nel riuscire a risparmiare la quantità di risorse desiderata, in presenza di una marcata contrazione del reddito disponibile e del contestuale obiettivo di contenerne l'impatto sul proprio tenore di vita. In particolare, sono aumentate, fino a toccare il 90% nell'ultimo quinquennio (dal 75% degli anni precedenti), le famiglie che ritengono opportuno risparmiare, plausibilmente per motivi precauzionali legati alla fase ciclica recessiva.
La quota di famiglie che ritengono di avere effettive possibilità di risparmio si è collocata su livelli storicamente bassi, intorno al 30% dalla metà dello scorso decennio (era sul 50% all'inizio degli anni novanta). Il divario tra coloro che ritengono, rispettivamente, opportuno e possibile risparmiare è aumentato soprattutto fra quelli che vivono soli, in affitto e che sono titolari di un contratto di lavoro a tempo determinato.
Nel complesso, spiega il documento, emergono chiari segnali di difficoltà delle famiglie nel riuscire a risparmiare la quantità di risorse desiderata, in presenza di una marcata contrazione del reddito disponibile e del contestuale obiettivo di contenerne l'impatto sul proprio tenore di vita. In particolare, sono aumentate, fino a toccare il 90% nell'ultimo quinquennio (dal 75% degli anni precedenti), le famiglie che ritengono opportuno risparmiare, plausibilmente per motivi precauzionali legati alla fase ciclica recessiva.