La Banca centrale cinese spinge le commodity currencies

La People’s Bank of China scuote il mercato dei cambi. Segno più per il dollaro australiano e per le altre commodity currencies che oggi capitalizzano la decisione della Banca centrale cinese di liberalizzare i tassi sui prestiti degli istituti di credito. Attesa da tempo, la riforma promette di abolire del limite inferiore sui tassi che le banche fanno pagare ai clienti.
Nel comunicato pubblicato sulla sua pagina web, la Banca Popolare della Cina ha dichiarato che rimuoverà anche i controlli sui tassi degli strumenti finanziari a breve termine. Non verrà invece eliminato il limite sui tassi di deposito perché “rischioso”.
La nuova ventata di liberalizzazioni è destinata a favorire l’economia del Dragone e quei Paesi grandi esportatori di risorse di base, come ad esempio l’Australia, per i quali il Regno di mezzo rappresenta il primo partner commerciale. “La decisione della Pboc di liberalizzare il tasso sui prestiti non ha impatto diretto sull’economia ma rappresenta un messaggio positivo in termini di riforme”, ha dichiarato Sebastien Galy, strategist valutario di Société Générale.
In questo contesto il cambio tra il dollaro australiano e biglietto verde è salito fino a 0,9234 dollari Usa, il cross con il loonie ha toccato quota 0,9649 mentre l’incrocio con la moneta neozelandese ha raggiunto il livello maggiore da un mese a 0,7989 usd.