Banca Carige torna all’utile dopo 5 anni, target Bce su Npl verrà raggiunto con un anno d’anticipo
Ritorno all’utile per Banca Carige. Dopo Mps anche l’istituto ligure sorride con i conti del primo trimestre 2018 che evidenziano il ritorno all’utile che mancava da ben 5 anni. I primi tre mesi dell’anno si sono chiusi con un utile netto di 6,4 milioni di euro che si confrontano con la perdita di 41,1 mln dell’analogo periodo 2017. L’utile per Banca Carige mancava da 5 anni. “È estremamente importante per noi perché il risultato raggiunto dà il segno del nostro lavoro a tutti”, ha dichiarato l’ad Paolo Fiorentino.
Indicazioni che permettono all’istituto ligure, che lo scorso ottobre ha implementato il piano di rafforzamento patrimoniale comprendente anche un aumento di capitale da 544 milioni, di guardare con ottimismo al resto dell’anno. L’utile per l’intero 2018 è ora visto a 28,8 milioni di euro rispetto ai 25 mln per l’anno in corso indicati nel piano al 2020.
L’utile trimestrale sta dando fiato al rally del titolo Carige che sale del 4,6% a quota 0,0091 euro.
Inversione di tendenza anche per i ricavi
Tornando ai conti del primo trimestre, inversione di tendenza anche sul fronte ricavi, tornati a crescere. I proventi operativi complessivamente sono in crescita a 135,2 milioni (+18,5% rispetto all’ultimo trimestre del 2017). Il margine di interesse si è attestato a 55,5 milioni grazie a nuovi impieghi alla clientela nel trimestre per circa 150 milioni.
Le commissioni nette segnano una crescita a 61,9 milioni (+6,7% rispetto all’ultimo trimestre del 2017), con il contributo più significativo fornito dalla componente del risparmio gestito (+4% nei dodici mesi): le sottoscrizioni dei fondi comuni crescono infatti del 60% e i prodotti assicurativi del 67% rispetto al primo trimestre 2017.
Si conferma la riduzione delle voci di costo. In particolare scendono quelle legate al personale dovuta sia alla riduzione dell’organico di oltre 200 unità, sia alle misure di contenimento del costo del lavoro previste dall’accordo sindacale del 16 dicembre 2017. Il costo del personale core, pari a 73,6 milioni (-5,7% a/a), non include i benefici derivanti dalle operazioni straordinarie in corso di implementazione (circa 220 uscite preventivate).
Forte accelerazione sul derisking
Infine il capitolo crediti deteriorati. La strategia su Npl (NPE Strategy) permetterà all’istituto di superare i target Bce 2019 già a fine 2018. Il credito deteriorato lordo atteso a fine 2018 sarà pari a circa 2,7 miliardi a fronte di un obiettivo 2018 assegnato da Bce di 4,6 miliardi (3,7 miliardi al 2019). A fine 2020, il Gruppo avrà un portafoglio di crediti deteriorati di un importo lordo pari a circa €2,0 miliardi (1 miliardo netto), in riduzione del 71,5% dai 7,3 miliardi di fine 2016.
La NPE Strategy prevede cessioni e accordi di saldo e stralcio di posizioni UTP fino a 500 milioni nel 2018 (già inserita nel Piano), su cui la Banca sta registrando un elevato interesse (che si è tradotto in oltre 30 offerte non vincolanti), e di ulteriori 200 milioni nel 2019, nonché la cartolarizzazione assistita da garanzia statale (“GACS”) di esposizioni a sofferenza fino a 1 miliardo nel 2018.