Banca Carige: titolo brucia -20% nel post aumento. La nuova mappa dei soci e il pressing Bce
Banca Carige oggi positiva, strappa al rialzo allineandosi al sentiment positivo del mercato. Certo le ultime indiscrezioni non hanno aiutato il titolo, che nella giornata di ieri è capitolato di oltre -2%, scendendo anche sotto la soglia di 0,0079 euro, oggi riagguantata.
Il valore stracciato fa apparire elevato perfino quello a cui il titolo era stato collocato in occasione del recente aumento di capitale – a 1 centesimo – . Da allora, d’altronde, la discesa delle azioni è stata pari al 20%.
Le quotazioni sono state penalizzate alla vigilia soprattutto dal nuovo pressing della Bce che, nella lettera del 28 dicembre in cui ha reso noti i nuovi parametri Srep all’11,175% per il 2018, ha ribadito la presenza di criticità, a suo avviso, sul fronte della governance.
In particolare, nella missiva, stando a quanto riportato da Il Messaggero, è stato puntato il dito contro il ruolo ingrombrante di Vittorio Malacalza e contro la presidenza poco incisiva del presidente Giuseppe Tesauro. La Bce ha praticamente bocciato la governance dell’istituto ligure.
Intanto emerge la nuova mappa dei soci successiva all’aumento di capitale, con cui Banca Carige ha raccolto 546 milioni di euro alla fine di dicembre.
Dalle comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti, risulta che Malacalza Investimenti si conferma primo azionista con una partecipazione pari al 20,6% e che la Lonestar di Gabriele Volpi detiene il 9,087%.
Credito Fondiario e la Sga, la società per la gestione delle attività controllata dal Mef, detengono ciascuna il 5,397%. Tra gli azionisti spunta Panfilo Tarantelli, con una quota pari al 5,3%.
Certo, quella discesa del 20% dalla chiusura dell’aumento di capitale dello scorso 21 dicembre preoccupa sia gli investitori retail che i grandi investitori che hanno sottoscritto l’azione.
Secondo quanto riporta Il Secolo XIX, la Borsa avrebbe penalizzato il titolo soprattutto per il fatto che i Malacalza non siano riusciti a salire al 28% del capitale.
A questo punto, la partita di Carige si gioca sul fronte del piano industriale, con i dettagli che arriveranno in occasione della prossima riunione del cda prevista a giorni, il prossimo 16 gennaio. In quell’occasione, dopo aver chiuso lo smobilizzo di sofferenze per un valore di quasi 2,2 miliardi, il cda dovrà dare risposte al piano sulle UTP, ovvero sulle inadempienze probabili.