Banca Carige: in arrivo una nuova offerta? Malacalza vorrebbe un accordo con una banca
Per Banca Carige è in dirittura di arrivo una nuova offerta. Così su Repubblica Genova, Massimo Minella afferma che sul tavolo dei commissari ci sono ancora tre opzioni: una soluzione finanziaria con un fondo come potrebbe essere Apollo, Varde o Warburg Pincus, una industriale con una banca, oppure una soluzione mista che prevede la partecipazione di entrambi i soggetti. In tutte e tre i casi, il Fondo Interbancario e anche gli attuali primi azionisti, la Malacalza Investimenti, danno il loro via libera.
A manifestare maggiore preferenza per la soluzione industriale Vittorio Malacalza, presidente della holding di famiglia. Intervenendo all’assemblea dei piccoli azionisti, Malacalza ha sottolineato di gradire per il futuro di Carige un accordo con una banca. Tra i nomi in pole position potrebbe esserci quello di Credem, la Popolare di Sondrio o il Creval. In ogni caso, quale sia la strada da percorrere, occorrerà approvare l’aumento di capitale.
Sindacati sul piede di guerra: pronti ad un’azione legale
Intanto i sindacati sono sul piede di guerra. In un comunicato unitario della Fabi e delle altre Organizzazioni Sindacali, vengono contestati modi e tempi per l’avvio del tavolo sul piano industriale. “L’azienda non sta rispettando le norme in vigore in relazione alla comunicazione di avvio procedura sulle ricadute del piano industriale: pertanto stiamo valutando anche con supporto dei nostri legali di riferimento una eventuale azione giudiziaria sul piano strettamente sindacale. La decisione finale la prenderemo la prossima settimana” lo dichiarano le segreterie nazionali ed i coordinamenti di gruppo Carige, di Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca, Unisin.
“In assenza di tangibili garanzie e di un chiaro progetto organizzativo, le organizzazioni sindacali non sono in grado di poter discutere l’attuazione del piano industriale e tantomeno di ulteriori riduzioni del personale e del numero delle filiali” aggiungono le organizzazioni sindacali. “Relativamente al clima che si respira in Azienda, pessimo già da alcuni anni, registriamo sempre un suo netto peggioramento. Ci rimangono oscure le motivazioni che perseguono coloro che stanno operando in questa direzione. Esprimiamo inoltre un giudizio fortemente negativo su chi in questi ultimi anni e fino ad oggi ha gestito l’Azienda, attraverso numerosi piani industriali rimasti in gran parte inattuati a parte la dolorosa eccezione del risparmio sui costi del personale e della cessione di asset” concludono le organizzazioni sindacali.