Notizie Balzo del Pil Usa, dollaro ai massimi dal 2006

Balzo del Pil Usa, dollaro ai massimi dal 2006

23 Dicembre 2014 15:06

 

Dollaro mostra i muscoli dopo lo stupefacente +5% messo a
segno dal Pil a stelle e strisce nel terzo trimestre. Già rivista al rialzo dal
3,5 al 3,9%, la crescita statunitense è stata corretta al +5%, il dato maggiore
degli ultimi 11 anni, grazie all’incremento dei consumi  (riletto, grazie all’andamento dei beni
durevoli, dal +2,2 al +3,2%). Forza della congiuntura economica che sommata ai
continui miglioramenti del mercato del lavoro dovrebbero minare la “pazienza” professata
dalla Fed nell’attuazione del processo di normalizzazione della politica
monetaria.

Beneficia del dato il biglietto verde, con il dollar index, l’indicatore che
rileva le performance del biglietto verde contro un basket di valute, tornato sopra
quota 90 punti a 90,095, il livello maggiore dal secondo trimestre del 2006. Minimo
invece dall’agosto del 2012 sotto la soglia degli 1,22 usd  per il cambio con un euro indebolito dalle
questioni greche.

Nonostante il +12,5% messo a segno nel 2014, la corsa del dollaro, stimano gli
analisti, non è finita. Questo perché nei prossimi mesi lo spread tra la
politica monetaria a stelle e strisce e quella delle altre due maggiori banche
centrali, quella europea e quella giapponese, è destinato ad allargarsi: la Bce
già a partire da gennaio potrebbe ricorrere all’acquisto di titoli di Stato e la
recente consultazione elettorale in Giappone rafforza l’Abenomics, il mix
monetario-fiscale ultra-espansivo che nelle intenzioni dovrebbe metter fine
alla deflazione del Sol Levante.

“La spinta ribassista per i rendimenti globali dovrebbe continuare anche nel
2015, alla luce del Quantitative Easing in Giappone e Europa e, per quanto
riguarda gli emergenti,  dei timori
relativi la debolezza della crescita, degli alti livelli di indebitamento e
della contrazione dei prezzi dei prodotti industriali e delle commodity”, si
legge in un report di Rbs. Il calo dei rendimenti globali “sta accentuando la
risalita dei rendimenti a breve negli Usa e del dollaro e ponendo le basi per
guadagni significativi nel 2015″.