Bad bank più vicina, le Borse volano
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L’ipotesi bad bank non è mai stata tanto prossima alla sua effettiva realizzazione. Sulla base di questo assunto, reso più credibile dalle indiscrezioni filtrate nel pomeriggio dagli Stati Uniti, prima dal canale televisivo Cnbc e poi da Bloomberg, secondo cui il compito potrebbe essere affidato dal presidente Barack Obama alla Federal Deposit Insurance Corp, le Borse hanno intrapreso un vero e proprio rally da una parte e dall’altra dell’Atlantico, con rialzi anche a doppia cifra percentuale per titoli come Unicredit, Citigroup e Bank of America e forti progressi per gli indici. Il Dax guadagna il 4,5%, il Cac40 poco meno del 4% e l’S&P/Mib italiano il 3,8%.
La creazione di una bad bank sarà nella pratica una riedizione nella sua chiave originale del Piano Paulson, che nel corso del tempo si è invece focalizzato sulla ripatrimonializzazione diretta da parte dello Stato delle maggiori banche. Sotto l’egida del progetto si creerebbe dunque un contenitore di titoli-spazzatura dove far confluire derivati, titoli strutturati e crediti cartolarizzati che ora gravano sui bilanci delle banche, mettendo una volta per tutte la parola fine sulle incertezze riguardanti la reale entità delle singole esposizioni e sulla crisi di fiducia tra banche. Gli istituti di credito ripartirebbero da zero, tornando a concedere prestiti ad aziende e privati.
Tra i punti deboli, i tempi di realizzazione dell’iniziativa, che promettono di essere relativamente lunghi, con un ok non prima della seconda metà del mese di febbraio. Esistono poi due ulteriori nodi legati alle modalità di contabilizzazione di titoli che non hanno più un valore di mercato e al costo dell’intervento per il Tesoro.