Bad bank: Italia sarebbe pronta a inviare piano all’Ue
Il progetto di una bad bank in Italia sarebbe in dirittura d’arrivo. O perlomeno così risulta a Il Messaggero, che anticipa l’uscita del documento “Nuovo credito per la crescita”, il piano messo a punto da Banca d’Italia, governo e Tesoro, tenendo informata la Bce, che servirà da una parte a favorire la cessione della mole di crediti in sofferenza detenuta dagli istituti di credito italiani (ammontati a fine 2014 a 181 miliardi di euro) e dall’altra a liberare risorse da destinare al finanziamento dell’economia. La bozza, scrive il quotidiano romano, sarebbe soggetto ancora ad eventuali modifiche e a breve sarà inviata all’esame dell’Unione europea.
I progetto, spiega il giornale, vedrebbe al centro il veicolo Sga, la società di gestione nata nel 1997 per il salvataggio del Banco di Napoli, attualmente controllata da Intesa Sanpaolo e che il Tesoro acquisterebbe per 600 mila euro. Successivamente verrebbe ricapitalizzata fino a 3 miliardi di euro attraverso degli aumenti di capitale sottoscritti dalle banche, dallo Stato, dalla Cdp, da Banca d’Italia e da eventuali investitori privati. In questo modo si potrebbe finanziare l’acquisto delle sofferenze verso le imprese a una soglia minima di valore nominale di 300-500 mila euro, anche attraverso l’emissione di debito con garanzia statale da collocare poi sul mercato.
Ancora da definire l’assetto proprietario finale. A detta de Il Messaggero, ci sarebbero due opzioni. La prima vedrebbe la proprietà degli enti pubblici limitata al 49% e quella delle banche e degli istituti privati rispettivamente al 19% e al 32%. Nella seconda, la partecipazione pubblica salirebbe all’81%, con il restante 19% in mano alle banche, escludendo così dalla proprietà gli investitori privati. Nella prima ipotesi, a differenza della seconda, le possibili passività non ricadrebbero nel perimetro del debito pubblico.