Azionario, Morgan Stanley contro gli orsi: meglio arriva a fine ciclo, come nel ’99. Non perdete questa chance
La Federal Reserve ha intenzione di alzare i tassi di interesse Usa in modo graduale, al fine di sostenere l’attuale contesto economico caratterizzato dalla piena occupazione a da un’inflazione vicina al target del 2%. E’ quanto ha detto il numero uno della banca centrale, Janet Yellen, in un discorso proferito nel corso di un evento presso la Ford School of Public Policy della University of Michigan, ad Ann Arbor.
“Credo che al momento abbiamo un’economia in buono stato di salute”, ha detto Yellen. Di conseguenza, “se prima avevamo il piede sull’acceleratore, tentando di dare all’economia tutto lo sprint che potessimo dare, ora vogliamo dare un po’ di spinta, ma non troppa”. Inoltre, “riteniamo che un percorso graduale di rialzi dei tassi di interesse a breve termine ci possa portare dove vogliamo essere, ma non vogliamo aspettare troppo affinché ciò avvenga”. Così come bisogna stare attenti, allo stesso tempo, anche a evitare che manovre restrittive troppo veloci strozzino la crescita. “Non vogliamo trovarci nella posizione di dover alzare i tassi rapidamente, fattore che potrebbe provocare probabilmente una recessione”.
Tra l’altro le spinte inflazionistiche non avallano certo un atteggiamento troppo aggressivo, visto che il tasso di inflazione “è lievemente al di sotto del 2%, in base alle mie stime”. A tal proposito, l’indicatore che la Fed preferisce nel monitorare il trend dell’inflazione è salito su base annua del 2,1% a febbraio, salendo oltre il target del 2% per la prima volta in quasi cinque anni. Ma la componente core, che è quella a cui la banca centrale Usa presta maggiore attenzione, ha messo in evidenza come gli aumenti dei prezzi siano stati tra l’1,6% e l’1,8%.
La Fed ha alzato i tassi per la terza volta dalla Grande Recessione scatenata dalla crisi finanziaria globale, e la maggior parte dei funzionari dell’istituto credono che quest’anno ci saranno almeno altre due strette monetarie.
Le dichiarazioni di Yellen tuttavia portano gli investitori a rimanere ben vigili e, nella sessione odierna, gli investitori preferiscono optare per gli asset più sicuri, come l’oro e i Treasuries. Il motivo è anche geopolitico, dopo l’ennesimo avvertimento lanciato dalla Casa Bianca alla Siria e sulla scia dell’escalation delle tensioni anche con la Corea del Nord. In definitiva, i trader non solo devono far fronte alla politica monetaria restrittiva nell’economia numero al mondo e alla prospettiva, anche, di una riduzione degli asset che si trovano nel bilancio della sua banca centrale (che potrebbe tradursi in forti smobilizzi di Treasuries, deprimendo il mercato): devono fare i conti anche con le decisioni sempre più imprevedibili del presidente Usa Donald Trump.
E tuttavia un avvertimento a non gettare la spugna proprio ora arriva da Michael Wilson, responsabile strategist di Morgan Stanley che ha da poco sostituito Adam Parker. “La storia ci dice che spesso i migliori ritorni arrivano alla fine. Ci sono voluti otto lunghi anni per arrivare qui, ma Wall Street e Main Street stanno iniziando a guardare finalmente meglio al loro futuro”. Ancora, Wilson: “Pensate al 1999 o agli anni 2006-07. In un mondo caratterizzato da bassi ritorni, gli investitori non possono permettersi di perdere” questa occasione.
(in fase di scrittura)