Notizie Notizie Italia Azionario: Deutsche Bank presenta rischi top 2023

Azionario: Deutsche Bank presenta rischi top 2023

13 Dicembre 2022 11:38

Azionario: quali saranno i principali rischi del 2023? Il team degli analisti di Deutsche Bank guidato dallo strategist Jim Reid ha cercato di individuare i principali rischi che incombono sull’azionario, attraverso un sondaggio condotto dal 7 al 9 dicembre, a cui hanno partecipato 856 professionisti del mondo finanziario.

Il grafico qui sotto elenca i rischi alla stabilità dei mercati che sono stati percepiti dagli interpellati:

I rischi di una stagflazione sono considerati elevati negli Stati Uniti, in Europa e nel Regno Unito per i prossimi 12 mesi – ha riassunto i risultati del sondaggio Jim Reid – C’è un forte consensus sul fatto che la prossima recessione degli Stati Uniti inizierà nel 2023“.

Il rischio maggiore identificato dagli intervistati che hanno partecipato al sondaggio di Deutsche Bank, a tal proposito, è che la recessione sia più grave di quanto temuto.

D’altronde, il dibattito tra chi stima un soft landing negli States e chi paventa un hard landing va avanti da mesi.

Dal canto suo, il presidente della Fed Jerome Powell ha detto di non poter escludere l’avvento di una recessione, vista la carrellata di rialzi dei tassi lanciata, che culminerà proprio domani nel suo ultimo atto del 2022.

Il secondo spettro più spaventoso è rappresentato invece dalla possibilità che l’inflazione, nel 2023, a dispetto delle mosse hawkish delle banche centrali, si confermi ancora troppo elevata.

Tra i rischi maggiori, non può mancare quello di una ulteriore escalation nel conflitto tra la Russia e l’Ucraina e, sostanzialmente, tra la Russia di Vladimir Putin e l’Occidente.

I tre rischi sopra elencati possono essere riassunti in una parola, proferita più volte da economisti e strategist nel corso di questo 2022: “stagflazione”: quella situazione caratterizzata da una lenta crescita economica, da un elevato tasso di disoccupazione e da una inflazione persistente.

La maggioranza degli interpellati da Deutsche Bank intravede di fatto rischi di una stagflazione alti o molto alti negli Stati Uniti (il 62% degli intervistati, rispetto al 33% del sondaggio che venne lanciato nell’ottobre del 2021), in Europa (l’86% rispetto al 42% precedente) e nel Regno Unito (il 92% rispetto al 63% precedente).

Tra i rischi percepiti, c’è anche quello di un ulteriore allargamento degli spread nei mercati dei debiti sovrani dei paesi periferici dell’area euro.

Non si può non pensare all’Italia, con il suo spread BTP-Bund, già attentamente monitorato in una situazione in cui il debito pubblico del made in Italy non beneficia più della stampella del Quantitative easing della Bce.

Non solo: i BTP rischiano di essere travolti dall’opposto del QE, il QT, ergo Quantitative Tightening (una minaccia in particolare per i debiti sovrani dei paesi periferici dell’area euro.

Tra l’altro, Dr. Doom Nouriel Roubini teme una una recessione inevitabile, o per usare le sue parole un crash inevitabile e di una successiva crisi globale stagflazionistica dei debiti.

Tornando al sondaggio di Deutsche Bank, i partecipanti hanno anche detto di intravedere una probabilità del 78% di una recessione negli Stati Uniti nel 2023: un outlook praticamente in linea con quanto i mercati finanziari avevano già detto di aspettarsi nel sondaggio precedente di settembre.