Avvio di ottava all’insegna del superdollaro
Sua maestà il dollaro protagonista dell’avvio di settimana sul mercato valutario. Massimo dal dicembre del 2007 per il cambio con lo yen spintosi nel corso della mattina fino a 113,4 in scia del differente atteggiamento delle rispettive banche centrali: da un lato una Bank of Japan che continua a incrementare gli stimoli in vista del raggiungimento del target di inflazione al 2%, dall’altro una Federal Reserve che, terminato il piano di quantitative easing, si prepara, per la prima volta in otto anni, ad incrementare il costo del denaro.
“La rottura di 112,8 è destinata a spingere il cross verso il nuovo livello chiave (usd/jpy a 115) e poi verso il massimo del 2007 sopra 123″, rileva Kit Juckes di Société Générale. “Questi livelli, se aggiustati per il livello di inflazione, rendono evidente quanto lo yen sia decisamente economico”, continua Juckes.
L’atteggiamento della Fed finisce, per analoghe motivazioni (anche l’Eutower potrebbe decidere di aumentare il livello di sostegno alle anemiche economie del Vecchio continente), per ripercuotersi anche sul cross con la moneta unica che alla quarta seduta in territorio negativo ha toccato il livello minore dall’agosto del 2012 a 1,2441 usd. “Stiamo andando sotto quota 1,2, l’unico dubbio è se ci arriveremo seguendo una linea dritta o no”, si legge nella nota di SocGen.
Il sentiment degli operatori è confermato dalle statistiche settimanali diffuse dalla Commodity futures trading commission (Cftc) che nella settimana al 28 ottobre hanno evidenziato un incremento dei contratti rialzisti sul dollaro da 329,9 a 345,6 mila unità. Sia nel caso dell’incrocio con la divisa nipponica che in quello con l’euro gli operatori hanno aumentato le scommesse su un rafforzamento del biglietto verde per la quarta volta consecutiva.