L’Australia inaugura la strada del rialzo tassi, ma Usa ed Europa non la seguiranno
La crisi può dirsi superata almeno in Australia, divenuta da oggi la prima nazione del G20 ad aver alzato i tassi d’interesse. La Banca centrale australiana ha inaspettatamente portato questa mattina il cash rate al 3,25% dal precedente 3%, livello che corrispondeva al minimo dal 1960. La decisione segnala la possibilità che il paese possa fare da apripista nel processo di certificazione della ripresa economica e quindi di rimozione degli stimoli di politica monetaria.
Nel suo comunicato l’istituto centrale ha citato, in concomitanza con un miglioramento del clima di fiducia, la presenza di condizioni economiche migliori del previsto, rialzi solo contenuti della disoccupazione, una ripresa delle vendite al dettaglio e dei prezzi immobiliari. Il comitato di politica economica e il governatore Glenn Stevens ritengono pertanto che sia ora prudente “iniziare a rimuovere con gradualità lo stimolo di politica monetaria”. La banca, che si attende per il 2010 una crescita in linea con il trend, ha inoltre prospettato ulteriori rialzi al costo del denaro.
Al di fuori dei paesi del G20, la prima manovra di natura restrittiva effettuata da una banca centrale risale al 24 agosto scorso, quando a innalzare i tassi d’interesse di un quarto di punto era stata la Banca centrale israeliana.