Aussie sotto pressione dopo Rba
Nessuna sorpresa da parte della Banca centrale australiana che ha lasciato i tassi invariati, facendo però intendere di essere pronta a tagliarli ai nuovi minimi storici nel corso dell’anno. La Reserve Bank of Australia ha confermato nella notte i tassi di interesse del Paese a quota 3%. Il governatore dell’istituto Gless Stevens ha sottolineato come la ripresa economica sia leggermente inferiore a quanto stimato. Il dollaro australiano dopo una prima reazione positiva è tornato a scendere ritracciando sotto quota 1,04 rispetto al dollaro Usa. Ben Taylor, sales trader di CMC Markets, vede l’aussie in movimento verso i recenti minimi dopo che la RBA ha confermato la possibilità di tagliare ulteriormente i tassi qualora fosse necessario supportare la domanda alla luce del fatto che la crescita è sotto il trend mentre l’inflazione non desta preoccupazioni.
Guardando all’andamento dell’euro, dopo la debolezza della vigilia dettata dal dietrofront dei mercati azionari con il riaccendersi delle tensioni sui paesi periferici, oggi la divisa unica europea si muove in recupero a ridosso di quota 1,355 rispetto al dollaro. La lettura finale dell’indice Pmi servizi dell’Eurozona ha mostrato un miglioramento rispetto a quella preliminare. L’indice a gennaio si è infatti attestato a 48,6 punti dai 48,3 punti stimati in precedenza. Bene a livello di singoli Paesi il Pmi servizi spagnolo, salito a gennaio ai massimi dal giugno 2011 847 punti). “I segnali di recupero della Spagna – commenta Vincenzo Longo, market strategist di IG – tutto sommato lasciano trasparire comunque un cauto ottimismo, anche se è presto per parlare di ripresa. Probabilmente a partire dai prossimi mesi potremmo assistere a una battuta d’arresto per i tagli del personale, proseguiti a gennaio per il 13mo mese consecutivo”.