Arriva la causa civile Usa, FCA come Volkswagen. Titolo subito attaccato dai sell
Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti conferma le indiscrezioni di qualche giorno fa e decide di portare in tribunale FCA, accusando il colosso di aver truccato le emissioni diesel in più di 100.000 veicoli venduti in Usa. Nei primi minuti della seduta, il titolo FCA scambiato sul Ftse Mib cede immediatamente il 2,53%, a quota 9,25 euro.
FCA è pronta a difendersi vigorosamente nella causa civile intentata dagli Usa, come si legge in in una nota diramata ieri sera.
L’azienda “sta esaminando l’atto di citazione, ma è contrariata dalla decisione presa dalla divisione ambiente e risorse naturali del dipartimento di Giustizia statunitense di avviare l’azione giudiziaria sul fronte emissioni diesel”.
Dunque, “intende difendersi con vigore, in particolare contro ogni accusa che la società abbia adottato qualsivoglia disegno deliberatamente diretto ad installare impianti di manipolazione per aggirare i test sulle emissioni negli Stati Uniti”.
“FCA US collabora da mesi con la U.S. Environmental Protection Agency (EPA) e il California Air Resources Board (CARB), anche con approfonditi test dei veicoli, per chiarire questioni relative alla tecnologia di controllo delle emissioni utilizzata dalla Società nei modelli diesel Jeep® Grand Cherokee e Ram 1500 MY 2014-2016”.
Come reso noto da FCA US la scorsa settimana, “la società ha sviluppato software di controllo delle emissioni aggiornati che la Società ritiene risolvano le preoccupazioni dell’EPA e del CARB ed ha ora formalmente depositato presso le autorità competenti la richiesta di certificazione delle emissioni diesel per i MY 2017 del Jeep Grand Cherokee e Ram 1500. Previa approvazione da parte dell’EPA e del CARB, FCA US intende installare tali software di controllo delle emissioni aggiornati anche sui MY 2014-2016 dei modelli diesel Jeep Grand Cherokee and Ram 1500″.
“L’installazione di tali calibrazioni software aggiornate migliori le prestazioni dei veicoli MY 2014-2016 in termini di emissioni e non prevede alcun impatto sulle prestazioni o sui consumi”.
L’ACCUSA DI DEFEAT DEVICE EQUIPARA FCA A VOLKSWAGEN
Nell’intentare la causa civile, le autorità definiscono la tecnologia adottata da FCA alla stregua di defeat device, equiparando così le presunte manipolazioni a quelle che fecero esplodere, nel 2015, lo scandalo Volkswagen.
Il riferimento è a software nascosti che, secondo le accuse, falserebbero i dati relativi alle emissioni diesel durante i test.
Di fatto, nel motivare la decisione, il dipartimento di Giustizia afferma di ritenere che quasi 104.000 veicoli tra Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee con motori diesel a tre litri siano stati “attrezzati con un software della cui esistenza le autorità di controllo non furono avvertite durante l’iter delle certificazioni e che quei veicoli contengono il defeat device”.
In particolare, Fca avrebbe montato “almeno” otto funzioni software che “non sono state comunicate nella domanda di certificazione di conformità”, in violazione dunque delle norme contenute nella legge Clean Air Act.
La denuncia è stata depositata al tribunale federale di Detroit dal dipartimento di Giustizia americano, per conto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa).
Vendite immediate sul titolo FCA che, nelle contrattazioni di Wall Street, ha ceduto quasi -5%.
Era stata la stessa FCA a rendere noto lo scorso gennaio che l’agenza federale di protezione dell’ambiente degli Stati Uniti, l’EPA, l’aveva contattata, accusandola di violazione delle norme che disciplinano la tecnologia che controlla le emissioni.
Da allora, l’azienda è stata in contatto sia con l’EPA che con la California Air Resources Board per risolvere la questione delle emissioni in eccesso e, anche, per ricevere dalle autorità il via libera a procedere alla vendita dei modelli diesel di FCA del 2017.
Il conto di eventuali sanzioni Usa contro FCA potrebbe essere salato: recentemente alcuni analisti hanno parlato di una potenziale tegola sul colosso del valore di 4 miliardi di euro.
La decisione Usa di portare in tribunale FCA si affianca alla procedura di infrazione che l’Unione europea ha aperto a metà maggio a carico dell’Italia, accusandola di non aver monitorato a sufficienza la conformità delle emissioni nox di alcuni modelli Fiat Chrysler alle regole Ue.