Arriva la joint venture no profit per tirare fuori Obama dal pantano della Marea Nera

Niente da fare. La Marea Nera continua a uccidere sempre di più le coste della Louisiana. Assume sempre più i contorni di un’odissea senza fine la perdita di petrolio del pozzo Macondo nel Golfo del Messico apertasi lo scorso 20 aprile con l’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon. Un evento senza ritorno, che sta causando il peggior disastro ecologico della storia degli Stati Uniti. Secondo gli esperti si sarebbero riversati in mare dai 35 ai 60mila barili di petrolio al giorno. Il che significa dai 3 ai 5 milioni di barili, che corrispondono dai 506 agli 868 milioni di litri.
E di fronte all’impotenza della Bp, quattro delle maggiori compagnie petrolifere mondiali – Exxon Mobil, Chevron, Royal Dutch Shell e ConocoPhillips – hanno deciso di prendere l’iniziativa: sono pronte a formare una joint venture per dare una risposta a eventuali future fuoriuscite di greggio nel Golfo del Messico. Anche se l’obiettivo numero uno è spegnere la spia rossa nel Golfo del Messico e quello numero uno ricostruire la fiducia della Casa Bianca, incrinata dal disastro ambientale. Lo scrive il Wall Street Journal.
Le quattro società intendono ideare e mettere in atto un sistema di risposta rapida capace di contenere e raccogliere fuoriuscite fino a 100.000 barili di petrolio a una profondità di circa 3.000 metri. Il progetto prenderà vita sotto il nome di Marine Well Containment Company: si tratterà di una venture no-profitto che ha previsto un investimento iniziale di un miliardo di dollari per realizzare il sistema, che dovrebbe essere pronto entro 18 mesi.
Bp non ne farà parte. “Non volevamo distrarli in alcun modo”, ha detto Rex Tillerson, amministratore delegato di Exxon. E in effetti al quartier generale del colosso britannico i grattacapi non mancano. Oltre alle voci di scalate ostili, continuano a girare con insistenza le voci di un cambio al vertice. Secondo quanto ricostruito dal Times, il direttore generale della società inglese, Tony Hayward, dovrebbe annunciare nelle prossime settimane le sue dimissioni.
Un gesto che secondo alcuni addetti ai lavori potrebbe aiutare il gruppo petrolifero britannico a ripartire dopo il disastro della marea nera nel Golfo del Messico. Ci sarebbe già la data: il primo ottobre. A quel punto BP potrebbe mettere in piede l’operazione maquillage finalizzata a ripristinare la reputazione del gruppo. Come successore di Hayward dovrebbe arrivare l’americano Ribert Dudley.