Apple ai nuovi massimi storici, chiesta la sospensione negli Usa per otto apparecchi Samsung
Nuovo affondo da parte di Apple nei confronti di Samsung. Dopo aver avuto la meglio sulla casa coreana nella causa appena conclusasi in California, ora la Mela morsicata pretende il blocco preventivo negli Stati Uniti di otto apparecchi Samsung, tra cui diversi modelli della famiglia degli smartphone Galaxy e uno di tablet. Il giudice deciderà su questo il prossimo 20 settembre.
Secondo quanto valutato da Bloomberg, nessuno dei nuovissimi modelli Samsung – Note e SIII – è coinvolto in tale richiesta, il che significa che il “buco” che Apple infliggerebbe al gruppo di Suwon sarebbe solo dell’1,4% nei profitti del prossimo anno. Ma si tratta di una questione più ampia, nella quale Samsung non ha intenzione di cedere il passo. “Prenderemo tutte le misure necessarie per assicurare la presenza dei nostri prodotti nel mercato statunitense”, ha comunicato la società coreana nella serata di ieri, senza meglio specificare però cosa nel concreto potrebbe fare la compagnia contro la minaccia, ventilata dalla creatura di Steve Jobs, di incattivire la propria “guerra termonucleare” chiedendo il blocco non solo degli otto modelli coinvolti finora, ma di tutti i 28 apparecchi su cui la corte californiana ha stabilito esserci stata violazione di proprietà intellettuale.
Comunque vada questa storia il prossimo 20 settembre, quel ch’è certo è che l’atto di forza mostrato da Apple sta servendo a far sentire al mondo la stretta del potere di Cupertino, proprio alla vigilia del lancio dell’iPhone 5. Le azioni Apple non sono mai state più valutate di così: ieri sul Nasdaq hanno raggiunto i nuovi massimi storici a circa 676 dollari, ma anche il titolo Samsung è rimbalzato ed è tornato a guadagnare l’1,27% a Seoul dopo il calo di oltre il 7% del giorno prima.
Chiusura in rosso invece per Google, il cui sistema operativo Android probabilmente è il vero obbiettivo di questa guerra senza esclusione di colpi. Le azioni del popolare motore di ricerca ieri hanno chiuso in ribasso di circa l’1,4%, mentre a festeggiare è stata Nokia, che ha guadagnato oltre sette punti e mezzo alla prospettiva di un recupero di quote di mercato, e la sua partner Microsoft, anch’essa positiva in chiusura.
Secondo quanto valutato dalle fonti di Bloomberg, la casa di Redmond (Washigton) potrebbe essere un “safe haven” per i produttori di smartphone che scegliessero il sistema operativo Windows Phone e non volessero guai con la giustizia. “Microsoft garantisce una protezione legale che Google, montando gratuitamente Android sugli smartphone dei vari produttori, non offre”, nota a Bloomberg l’analista Horace Dediu. “Con i telefoni Windows sei protetto legalmente perché, in caso di querela, bisogna vedersela con Microsoft”.
Guadagna l’1,8% anche Research in Motion, che con il suo Blackberry è stato il progenitore degli smartphone, ma non ci sono segnali che il guadagno di un giorno possa protrarsi più a lungo. La competizione dei sistemi operativi dei mobile device vede infatti quello di RIM irrimediabilmente lontano da Apple, Google e Microsoft.