Notizie Notizie Italia Antitrust, parte l’indagine sugli intrecci del mondo finanziario

Antitrust, parte l’indagine sugli intrecci del mondo finanziario

26 Giugno 2007 14:04

Liberalizzazioni in fase di stallo, un’indagine per svelare gli intrecci nel mondo finanziario, un eccesso di regolazione che frena il mercato. Ecco solo alcuni dei nodi da sciogliere nel nostro Paese e che sono stati illustrati, oggi, dal presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), Antonio Catricalà, nella relazione annuale al Parlamento.


Intrecci azionari, partecipazioni e rapporti di finanziamento tra banche e imprese assicurative saranno questi i temi da cui partirà l’indagine a tappeto dell’Antitrust, che sarà avviata ufficialmente giovedì 28 giugno, in occasione della riunione del direttivo. Di pari passo, continuerà  l’indagine conoscitiva sulle carte prepagate in più settori avviata qualche tempo fa. Per quanto riguarda, invece, l’annoso nodo delle liberalizzazioni l’Agcm segnala “con preoccupazione una fase di stallo”. Secondo Catricalà le lobby si riorganizzano e trovano appoggi nei due schieramenti politici. “Per superare questa fase – spiega il garante – è necessaria la ricerca di un più vasto consenso sui motivi delle scelte da compiere e sugli obiettivi finali delle riforme”.


Un ulteriore macigno è rappresentato dall’eccesso di regolazione che frena il Paese e che comporta un costo annuo complessivo di 225 miliardi di euro. Il numero uno di Agcm ha anche colto l’occasione per ricordare che la Commissione europea, l’Ocse e il Fondo Monetario Internazionale hanno cominciato ad attivare delle iniziative per ridurre i costi imposti alle imprese dalla eccessiva regolazione nazionale e locale. “Le istituzioni comunitarie – ha ribadito Catricalà – hanno calcolato che ogni anno per l’Italia questi costi ammontano a oltre 61 miliardi di euro e che una riduzione del 25% comporterebbe una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) dell’1,7 per cento”.


L’impegno dell’Agcm sarà promosso soprattutto nei confronti di quei mercati che non appaiono propensi alla competività, come quello assicurativo. Crescono i profitti delle compagnie, ma non scendono i premi a carico degli assicurati. Non si registrano, infatti, vantaggi a favore degli assicurati, costretti ad attendere tempi ancora eccessivi per i risarcimenti e a subire clausole negoziali onerose. E Catricalà annuncia che proseguirà nella sua azione “per ottenere aperture in questo mercato già protetto dall’obbligatorietà dei contratti”.