Notizie Notizie Italia L’Antitrust frena l’entrata di Bpv in Mediobanca

L’Antitrust frena l’entrata di Bpv in Mediobanca

14 Dicembre 2007 08:35

Oggi il patto di Mediobanca darà il via al collocamento della quota Unicredit. Non ci sarà però la Popolare di Vicenza. L’Antitrust ha infatti confermato l’alt all’istituto guidato da Gianni Zonin, che non potrà dunque rilevare il 2% dell’istituto di Piazzetta Cuccia che avrebbe dovuto “ereditare” dal riparto della quota in cessione da Unicredit.


La quota del 2%, che uscirà dal perimetro dell’accordo parasociale, verrà parcheggiata presso una merchant bank internazionale con un equity swap che consentirà comunque a Unicredit di portare a termine il processo di collocamento della quota di Mediobanca per rispettare le richieste dell’Antitrust. Piazza Cordusio potrà così monetizzare una cifra attorno agli 1,2 miliardi di euro utile a coprire costi derivanti dall’operazione di fusione con Capitalia.
La relazione finale sull’operazione verrà consegnata all’Authority mercoledì della prossima settimana e vedrà una ripartizione della quota tra Mediolanum (1,5%), Fininvest (1%), Benetton (2%), Sal.Oppenheim (1,7%) e soci francesi (2%), oltre appunto al 2% destinato alla merchant bank.


Alla base del diniego dell’Autorità antitrust guidata da Antonio Catricalà alcune partecipazioni possedute dalla banca di Vicenza in Cattolica Assicurazioni, con la quale esiste anche un accordo di bancassurance, e nella Nord Est Merchant, controllata all’80%. Secondo Gianni Zonin le due attività, pur essendo strategiche e di conseguenza non cedibili, non avrebbero avuto un’importanza tale da impedire un ingresso della Popolare di Vicenza nel capitale di Piazzetta Cuccia. L’accordo con Cattolica Assicurazioni, di cui la Vicenza è tuttavia il primo socio, è di tipo meramente distributivo mentre Nord Est Merchant ha un ambito di attività locale con un giro d’affari limitato a 2-3 milioni di euro l’anno.
Motivazioni che non hanno convinto gli uomini di Catricalà i quali hanno confermato il proprio no all’autorizzazione in mancanza di nuovi eventi di rilievo.


La Popolare di Vicenza resta comunque alla finestra e valuterà in futuro eventuali altre opportunità per entrare nel salotto buono della finanza milanese.