Notizie Notizie Italia Alitalia, una sola via per evitare il peggio

Alitalia, una sola via per evitare il peggio

26 Settembre 2007 07:04

L’audizione di Maurizio Prato, attuale amministratore delegato di Alitalia, alla commissione trasporti del Senato ha ricalcato in pieno i temi e i toni emersi nel piano industriale di mera “sopravvivenza” approvato dal consiglio di amministrazione a inizio settembre. Il termine usato per definire l’attuale situazione della compagnia di bandiera italiana lascia spazio a ben poche speranze: “Alitalia è in uno stato comatoso”, ha detto Prato, stupito che pur in una situazione talmente disperata ci sia chi non si rende ancora conto che l’aerolinea è sull’orlo di un baratro.


Il riferimento, non velato, è a tutti gli interessi non economici che con il passare degli anni hanno condotto l’azienda a versare in una tale situazione: “Sono sorpreso del fatto – ha proseguito nella sua audizione Prato – che un’azienda in tali condizioni non abbia la possibilità, pur essendo quotata, di fare scelte imprenditoriali autonome nemmeno per portare avanti delle terapie di sopravvivenza”. La via, comunque, è ora obbligata se si vuole conservare in vita Alitalia. Ed è la via, ha specificato l’amministratore delegato, di un’alleanza internazionale con un grande vettore: “Ogni altra soluzione sarebbe velleitaria”. E con riferimento al piano industriale, contestato per la rinuncia a tratte destinate a diventare principali direttrici del traffico mondiale e per il ridimensionamento netto di Malpensa, Maurizio Prato ha chiarito che la situazione non lasciava altre vie aperte: “Non c’è la possibilità di fare quelle scelte che può e deve fare una compagnia sana ed efficiente” come non è l’Alitalia. “Se fosse stata efficiente avrebbe investito anche su Malpensa dove c’è mercato business senza tagliare rotte come quelle verso India e Cina” mercati in forte crescita ma dove attualmente la compagnia “perde 30 milioni di euro all’anno”. Su Malpensa Prato ha chiarito che il problema è dato da un’attività di feederaggio in fortissima perdita che costa ad Alitalia tra i 150 e i 200 milioni di euro all’anno. “Alitalia non è economicamente ne strutturalmente in grado di sostenere l’alimentazione dei due hub”.


Infine Prato ha toccato nella sua relazione il nodo doloroso dei conti di Alitalia e il proseguimento delle operazioni sul fronte privatizzazione. Sul primo punto l’amministratore delegato ha confermato l’obiettivo di riduzione delle perdite per il 2007 rispetto al 2006. Nel primo semestre dell’anno la compagnia di bandiera ha accumulato perdite per 211 milioni di euro. In serata una nota pubblicata dall’aerolinea di via della Magliana su richiesta della Consob ha chiarito che la cifra di 400 milioni di euro ventilata in audizione come risultato negativo per il 2007 “costituisce la mera aritmetica trasposizione all’intero esercizio del risultato di perdita della situazione semestrale approvata dal cda il 12 settembre scorso”.


Il primo appuntamento con la procedura di vendita di Alitalia è invece fissato per l’inizio di ottobre quando verrà fatto uno screening dei potenziali acquirenti. Nella lista di possibili interessati che l’advisor Citi sta realizzando comparirebbero i principali vettori continentali, AirFrance-Klm, British Airways e Lufthansa, alcune aerolinee orientali e nordamericane e dell’area del Mediterraneo dove spicca il nome degli Emirati Arabi. Cassata, per il momento, la proposta di Aeroflot che aveva messo sul piatto 700 milioni di euro. “La compagnia vale un po’ di più” è stata la risposta di Maurizio Prato.