Algebris esterna ancora: nessuno dietro le critiche a Generali
Non ci sono manovratori occulti dietro le critiche del fondo londinese Algebris su Generali. A chiarirlo è lo stesso hedge fund in un comunicato diffuso nel pomeriggio di oggi. Nessun accordo preventivo dunque né con investitori istituzionali né con azionisti del Leone di Trieste o di Mediobanca, ma neanche con altri esponenti di rilievo della comunità finanziaria e aziendale italiana. “Tali notizie – si legge nella nota – sono totalmente prive di fondamento”.
Rispondendo alle indiscrezioni apparse sulla stampa negli scorsi giorni e anche oggi, Algebris ha chiarito di “voler incoraggiare altri azionisti di Generali ad una unilaterale e libera condivisione del proprio punto di vista, ma non ha stipulato accordo alcuno con altri soggetti avente ad oggetto l’iniziativa intrapresa, l’esercizio del diritto di voto o di altri diritti connessi alle azioni Generali o obblighi di preventiva consultazione per l’esercizio di tutti i diritti spettanti agli azionisti della società”.
Algebris auspica che tutti gli azionisti di Generali “considerino persuasiva l’analisi fatta e sostengano in modo indipendente, facendosene a loro volta promotori, i cambiamenti proposti a pagina 2 della lettera per migliorare la performance della società e creare valore per i suoi azionisti”. Il fondo, prosegue la nota, “intende incoraggiare altri azionisti di Generali a una unilaterale e libera condivisione del proprio punto di vista”.
In una lettera dello scorso 24 ottobre Algebris Investments aveva esposto le proprie perplessità sulla corporate governance e sulla struttura di remunerazione del top management di Generali.
A seguito della lettera già la scorsa settimana la stampa aveva proposto indiscrezioni secondo cui Algebris avrebbe già avuto contatti con altri azionisti italiani di Generali. Quest’oggi invece il quotidiano La Repubblica ha riportato un rumor che vorrebbe Cesare Geronzi in manovra dietro le quinte per orchestrare la sostituzione del presidente della compagnia, Antoine Bernheim, con Claudio Costamagna, uno degli advisor della fusione Unicredit-Capitalia.