Notizie Notizie Mondo Alert inflazione e rialzo tassi Fed da Jeremy Siegel: ‘Il Nasdaq soffrirà forti perdite’. Le azioni da scegliere

Alert inflazione e rialzo tassi Fed da Jeremy Siegel: ‘Il Nasdaq soffrirà forti perdite’. Le azioni da scegliere

4 Ottobre 2021 09:49

La crescita dell’inflazione si confermerà un problema molto più grande di quanto pronosticato dalla Federal Reserve di Jerome Powell: parola del professore di finanza della Wharton School dell’Università della Pennsylvania, Jeremy Siegel, noto per sfornare previsioni di solito positive per i mercati.

Jeremy Siegel, professore di finanza alla Wharton School dell'università della PennsylvaniaE invece no: anche Siegel è preoccupato, tanto da mettere in dubbio la capacità del mercato di far fronte all’inflazione.

“Incontreremo un po’ di problemi andando avanti”, ha detto l’esperto, intervenendo alla trasmissione Trading Nation della Cnbc. In questa situazione, la preoccupazione è rivolta soprattutto a come reagiranno il Nasdaq in generale e le growth stocks delle società hi-tech in particolare.

“Sappiamo tutti che molto del rialzo del mercato azionario è legato alla liquidità che la Fed ha fornito. Se questa verrà ritirata più velocemente (di quanto atteso), significherà che anche i rialzi dei tassi di interesse si presenteranno prima del previsto. Ed entrambe le cose non sono positive petr il mercato azionario”.

Siegel: forti perdite per Nasdaq, attenti ad azioni long duration

Siegel prevede forti perdite per il Nasdaq, che è sceso nell’ultimo periodo a un valore inferiore del 5% rispetto al suo record di sempre, e ritiene che a, essere messe di fronte a grandi sfide, saranno le azioni a long duration: di fatto, quelle più sensibili al trend dei tassi di interesse rispetto alle azioni a short duration (sono azioni che di norma beneficiano di tassi di interesse più bassi, e che, di conseguenza, soffrono in un contesto di tassi più alti).

Secondo il docente della Wharthon School, con la Fed in difficoltà di fronte alla pressione dei prezzi, “si virerà verso le azioni value”.

Riguardo agli altri asset, “i rendimenti sono scarsi e nessuno vuole rimanere intrappolato in titoli di stato governativi a lungo termine che, a mio avviso, soffriranno in modo piuttosto drammatico nel corso dei prossimi sei mesi”.

Un forte rialzo potrebbe interessare invece quei titoli che hanno sottoperformato il mercato, come azioni di utility e di società produttrici di beni di largo consumo, facenti dunque parte dei consumer staples.

Questi settori, ha spiegato Siegel, “potrebbero tornare finalmente a essere popolari, con le società che potrebbero aumentare i dividendi. E, storicamente, i dividendi sono protetti dall’inflazione. Non sono ovviamente così stabili come i bond governativi, ma (queste azioni) proteggono dall’inflazione e presentano uno yield positivo”.

Il professore di finanza della Wharton School è bullish anche sull’oro che, a suo avviso, è diventato relativamente conveniente come strumento hedge con cui proteggersi dall’inflazione:

“Ricordo l’inflazione degli anni ’70. Tutti virarono sull’oro e sui metalli preziosi. Oggi, nel nostro mondo digitale, (gli investitori) stanno puntando sul Bitcoin, ignorando secondo me l’oro”.

Nel suo intervento al Congresso della settimana scorsa, il numero uno della Fed, Jerome Powell, ha avvertito che, di fatto, l’inflazione potrebbe durare di più di quanto atteso dalla banca centrale:

“L’inflazione è elevata e probabilmente rimarrà tale nei prossimi mesi, prima di moderare il passo. Con l’economia che continua a riaprire e le spese che rimbalzano, assistiamo a una pressione al rialzo sui prezzi, causata in particolare da strozzature nell’offerta in alcuni settori. Questi effetti si stanno dimostrando più sostenuti e duraturi di quanto anticipato ma si smorzeranno e, così facendo, l’inflazione tornerà a scendere verso il nostro obiettivo di lungo periodo, pari al 2%”.

Powell ha dunque rassicurato di nuovo i mercati sul persistere di quella che spesso viene chiamata droga o flebo monetaria e del fatto che il rialzo dell’inflazione è un fenomeno temporaneo.

Ma dal dot plot pubblicato con l’ultima riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, è emerso come il numero dei falchi che spingono per un rialzo dei tassi sui fed funds già nel 2022 sia aumentato.