Notizie Notizie Italia Al via in Italia il primo esempio di best execution sull’Over the counter

Al via in Italia il primo esempio di best execution sull’Over the counter

14 Novembre 2008 16:14

Ampliare l’offerta d’investimento in un momento certamente non facile per i mercati finanziari può sembrare impresa impossibile. Eppure c’è chi ci riesce. E’ We@bank, la banca online del gruppo Banca Popolare di Milano resa popolare dai suoi conti correnti ad alto rendimento e che proprio in questi giorni presenta una nuova iniziativa per permettere ai suoi clienti una soluzione d’investimento che non ha precedenti in Italia.


We@bank sarà infatti la prima banca ad offrire la best execution sull’Over the counter, la possibilità quindi di accedere a una selezione di titoli obbligazionari non quotati su un mercato regolamentato attraverso l’applicazione di quelli che sono i primi effetti concreti della Mifid.


 

Ed è questo l’altro punto rilevante dell’operazione a cui We@bank darà vita a partire da oggi. “Finora tutti hanno offerto una best execution statica, su un solo mercato, noi daremo una best execution dinamica”, spiega Stefano Cioffi, responsabile trading e investimenti di We@bank. Non si tratta di una differenza da poco. La best execution statica prevede infatti l’individuazione di un’unica sede di esecuzione, quella dinamica la selezione tra più sedi di esecuzione. Nella pratica l’esecuzione di un ordine avviene al miglior prezzo individuabile su 20 diverse sedi di esecuzione, garantendo un’effettiva competizione. “E’ un po’ come portare il cliente dal venditore al dettaglio al mercato all’ingrosso, tra grossisti che sono però messi in concorrenza”, spiega ancora Cioffi. Nel caso specifico è Akros, anch’essa del gruppo Bpm, il negoziatore unico, ossia la banca che si pone carico di inoltrare l’ordine alle sedi di esecuzione.

 


Il sistema messo a punto da We@bank ovvia anche ad alcuni punti che hanno finora reso l’Otc difficilmente accessibile da parte del pubblico retail. Il mercato obbligazionario Otc è infatti molto vasto, conta circa 120mila titoli. Inoltre è usualmente caratterizzato da tempi di esecuzione più lunghi e non confrontabili con quelli dei mercati telematici, non c’è un book di negoziazione, i prezzi non sono ufficiali ma solo indicativi, il market maker espone un prezzo in acquisto e in vendita e decide di volta in volta se accettare o meno la proposta, gli ordini possono essere inseriti “a mercato” o con limite di prezzo. We@bank permetterà invece di operare su una selezione di questi titoli scelti sulla base di criteri specifici. I titoli disponibili saranno inizialmente 1800, ma il paniere sarà aggiornato giornalmente e i titoli entreranno e usciranno perché scaduti o perchè non ottemperano ai criteri. Si tratta di criteri oggettivi e trasparenti per il cliente, tra i quali l’appartenenza dei titoli alla categoria “investment grade” secondo la scala di rating di Moody’s, una liquidità circolante superiore ai 500 milioni di euro, un taglio minimo uguale o inferiore a 1000 (che caratterizza titoli destinati al pubblico retail), la denominazione solo nelle principali valute (Euro, Dollaro, Franco svizzero, Sterlina).

 

Il servizio prevede informativa in tempo reale con aggiornamento dei dati in push, scheda titolo dettagliata, grafico storico e soprattutto un motore di ricerca avanzato, che consente di selezionare i titoli per emittente, settore, valuta, tipo di tasso, data di scadenza e rating. Con il motore sarà dunque possibile orientarsi in un’offerta molto vasta.

 


Ma perché questo progetto proprio ora? E perché proprio sull’Otc? “In un momento di turbolenza – chiarisce Cioffi – è importante rendere disponibili nuove opportunità di investimento in un’ottica di diversificazione del rischio e dotando il cliente di tutti gli strumenti per operare una scelta oculata e consapevole. In questo contesto noi ci impegniamo anche a garantire il best price. L’Otc è caratterizzato da un elevato numero di titoli spesso difficilmente accessibili all’investitore privato. E’ una possibilità in più per diversificare gli investimenti, perché ci sono titoli corporate, governativi e di banche. E’ soprattutto qualcosa di nuovo, un sistema che permette di operare meglio, e con più trasparenza, sui titoli”.