Agenzia del territorio: 2006 frenano le compravendite di immobili, non i prezzi
Il mercato delle compravendite immobiliari ha frenato anche in Italia nel corso dl 2006, sebbene la situazione non sia certo paragonabile a quella che stanno vivendo gli Stati Uniti d’America. E’ quanto emerge dallo studio sul mercato immobiliare 2006 dell’Osservatorio mercato immobiliare (Omi) dell’Agenzia del territorio. Nel corso dell’anno passato sono state registrate 1.805.758 transazioni immobiliari, un crescita dell’1,3% rispetto al 2005, frutto del contributo positivo del settore residenziale controbilanciato dal calo del settore commerciale mentre è risultato stazionario il comparto degli immobili produttivi. E’ stato in particolare il secondo semestre dell’anno a far registrare un andamento negativo. Rispetto allo stesso periodo del 2005 sono infatti calate del 2,8% le compravendite immobiliari, con i settori terziario e produttivo che hanno manifestato punte di arretramento di circa 15 punti pecentuali. In calo semestrale anche le compravendite di immobili residenziali (-2,8%).
Tra le determinanti di questo rallentamento l’Omi cita l’incremento dei tassi di interesse per i mutui e i prezzi elevati raggiunti dagli immobili. “E’ probabile che con il 2006 si sia raggiunto l’apice dei volumi di transazioni” riporta la nota dell’Agenzia del territorio che prosegue: “Si dovranno attendere i dati del primo semestre 2007 per avere piena conferma dell’avvento di una svolta ciclica”.
Approfondendo il grado di dettaglio sul settore degli immobili residenziali si scopre che a trainare le compravendite nel 2006 è stato soprattutto il Nord Italia con un incremento del 2,6% rispetto all’anno precedente mentre sostanzialmente stabili si sono dimostrati Centro e Sud Italia rispettivamente con un +0,5% e un -0,4%. Differenze che appaiono più marcate nei dati riferiti al solo secondo semestre del 2006. In questo caso il calo delle compravendite di immobili residenziali nel Centro Italia è stato pari al 4,9%, contro il -2,4% del Sud Italia. Negativa anche la performance del Nord Italia con un arretramento delle compravendite dell’1,2% rispetto al secondo semestre del 2005.
Il confronto tra grandi città e comuni minori appare favorevole ai secondi, una tendenza già delineatasi negli anni precedenti. Nel secondo semestre i capoluoghi hanno registrato un calo delle operazioni del 4,2% contro un più contenuto -1,3% dei comuni minori. Su base annua questi ultimi sono addirittura riusciti a incrementare le compravendite del 2,5% contro il -1,3% dei primi tra i quali sono da registrare le performance particolarmente negative di Napoli (-16%), Roma (-9%) e Palermo (-8%). In calo anche Milano e Firenze di circa 3 punti percentuali mentre positivi sono risultati i dati di Bologna e Torino.
Uno sguardo alle quotazioni infine, ancora in crescita sia su base semestrale che su base annua. Rispetto al primo semestre del 2006, le quotazioni nei secondi sei mesi dell’anno sono cresciute del 3,7%, e dell’8,75% rispetto al secondo semestre del 2005. In questo caso sono i capoluoghi a farla da padrone registrando una crescita del 4,1% sul semestre precedente e del 10,5% su base annua contro il +3,4% e il +8,1% rispettivamente dei comuni minori. A livello di macroregioni è il Sud Italia a registrare il maggiore incremento dei prezzi (+5,2% semestrale nelle grandi città) contro un +3,5% del Nord Italia e del 4,1% nel Centro. Per i comuni di minori dimensioni gli incrementi di prezzo registrati nel secondo semestre 2006 sono stati pari rispettivamente al 5%, al 2,1% e al 4,5%.