Notizie Notizie Italia Piazza Affari: stop alle vendite allo scoperto per 3 mesi, il divieto Consob su tutte le azioni

Piazza Affari: stop alle vendite allo scoperto per 3 mesi, il divieto Consob su tutte le azioni

18 Marzo 2020 09:35

Per la prima volta la Consob vieta le vendite allo scoperto su tutte le azioni di Piazza Affari. Da oggi e per una durata di tre mesi. La decisione è stata presa alla luce delle forti turbolenze sui mercati innescate negli ultimi giorni dal coronavirus, e dopo aver sentito il parere dell’Esma (l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), che ha approvato la misura. L’istituto guidato da Paolo Savona ha anche adottato un regime di maggiore trasparenza sulle partecipazioni nelle quotate. “La Consob – spiega – ha adottato oggi due provvedimenti volti da una parte a contenere la volatilità dei mercati finanziari e dall’altra a rafforzare la trasparenza delle partecipazioni nelle società italiane quotate in Borsa”.

Stop alle vendite allo scoperto
La Consob ha introdotto un divieto alle posizioni nette corte, vale a dire le vendite allo scoperto e altre operazioni ribassiste, su tutto il listino di Borsa. “Il divieto, per la prima volta, si applica a tutte le azioni negoziate sul mercato regolamentato italiano”, si legge nella nota dell’autorità. In base al divieto, che fa seguito a quelli già adottati per le sedute del 13 e del 17 marzo scorsi, è vietata dunque ogni forma di operazione speculativa ribassista, anche effettuata tramite derivati o altri strumenti finanziari. Sono vietate anche le operazioni ribassiste intraday.

“La decisione di applicare misure restrittive sull’intero listino – ha spiegato – è stata adottata con l’obiettivo di ripristinare l’integrità del mercato, anche alla luce delle misure eccezionali sulle vendite allo scoperto adottate nei giorni scorsi dall’Esma e dalle autorità di vigilanza di Spagna, Francia e Belgio”.

Alzate le soglie per l’obbligo di comunicazione della partecipazione
Non solo. La Consob ha anche deciso di introdurre un regime di trasparenza rafforzata sulle partecipazioni detenute dagli investitori nelle quotate a più alta capitalizzazione e ad azionariato diffuso. Nel dettaglio, il provvedimento fissa soglie più basse al superamento delle quali scatta l’obbligo di comunicare la partecipazione nelle quotate. La nuova soglia è fissata all’1% per le società non Pmi e al 3% per le Pmi. La delibera ha effetto su 48 società quotate, individuate secondo una griglia di criteri che fa riferimento ad una capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro e agli assetti proprietari (sono escluse le società controllate di diritto). Anche questo provvedimento, salvo revoca, rimarrà valido per i prossimi tre mesi.