Wti, manca l’energia che eviti lo short
Nonostante il rialzo di ieri, le quotazioni del petrolio Wti appaiono destinate a intraprendere nuovamente la strada del ribasso. Il rimbalzo tecnico intrapreso dal minimo relativo dello scorso 19 agosto a 79,17 dollari appare avere il fiato corto. Sono diversi gli elementi tecnici che si inseriscono in questa direzione. Innanzitutto va segnalata la violazione, avvenuta con le vendite che hanno contraddistinto la seduta del 19 settembre, della trendline ascendente tracciata con i minimi del 9 e del 19 agosto scorso. Nella medesima giornata l’oro nero aveva visto le quotazioni andare a incrociare dall’alto verso il basso la media mobile a 14 sedute, ora transitante sul daily chart a 87,54 dollari. Evidenziato questa importante rottura, si deve inoltre ricordare come ad incrementare le possibilità ribassista della materia prima contribuisce la constatazione che il greggio è stato rigettato dall’aria resistenziale di tipo statico presente in prossimità dei 90 dollari al barile. La soglia, la cui importanza trova spunto dalla seduta del 23 giugno quando fu registro un minimo intraday a 89,69 dollari, è stata ampiamente testata nella prima metà di settembre. Ad eccezione di una sola giornata, quella del 12 settembre, gli investitori hanno infatti sempre saggiato la consistenza del livello resistenziale a cavallo tra il 7 e il 16 settembre. A questo punto per avere una conferma definitiva dell’inizio di una nuova gamba ribassista, destinata almeno a riportare i valori del petrolio in prossimità dei recenti minimi di periodo toccati a 75,71 dollari il 9 agosto, si deve attendere la violazione, confermata in chiusura di seduta, dei supporti statici presenti a 85 dollari. Volendo sfruttare le indicazioni emerse nell’analisi, è possibile implementare una strategia short con vendite a 87 dollari. Con stop che scatterebbe inevitabilmente in caso di chiusure sopra i 91 dollari, il primo target intermedio è posto a 79,55 dollari mentre il secondo è a 75,75 dollari.
Riccardo Designori