Analisi operative Telecom Italia: quadro tecnico in deterioramento, si va verso i supporti statici a 0,6335?

Telecom Italia: quadro tecnico in deterioramento, si va verso i supporti statici a 0,6335?

13 Novembre 2017 16:19

Telecom Italia (Tim) ha ampliato bruscamente la flessione già messa in luce da metà anno. Con la seduta di venerdì scorso (10 novembre) il titolo ha toccato un nuovo minimo relativo a 0,667 euro, prezzo che non veniva raggiunto dal 21 novembre del 2016.

 

Dal punto di vista grafico, questo importante minimo è stato raggiunto all’apice di un movimento ribassista partito lo scorso 16 maggio dopo il mancato breakout della coriacea barriera statica di area 0,90 euro. Il quadro grafico di Tim ha poi subito un progressivo deterioramento fino alla seduta del 4 ottobre scorso, nella quale il prezzo del titolo ha violato al ribasso il supporto dinamico tracciato unendo i low crescenti del 7 luglio e 21 novembre 2016. Tale rottura ha di fatto corroborato l’indebolimento del quadro tecnico, già rilevabile sul daily chart guardando alla serie di massimi decrescenti disegnati a cavallo fra maggio, luglio e settembre.

 

Da un punto di vista volumetrico, l’andamento delle negoziazioni aveva registrato un rallentamento in termini di numero di pezzi scambiati nelle sedute successiva al top dell’anno toccato a 0,916 euro il 16 maggio scorso. La seconda parte dell’anno ha visto invece un significativo aumento dei volumi che ha accompagnato la fase discendente del prezzo di Tim.

 

In questo quadro il mercato potrebbe interpretare il rimbalzo odierno del prezzo, tornato nei pressi di area 0,70 euro, come un’interessante opportunità per incrementare le posizioni ribassiste sul titolo. A tal proposito, posizioni short aperte a 0,6955 euro avrebbero un primo target a 0,667 euro ed una successiva proiezione a 0,6335 euro, potenzialmente raggiungibile nel medio/lungo termine. Punto di uscita dalla posizione stimato a 0,7245 euro.

 

Tale strategia avrebbe un rapporto risk/reward all’incirca neutrale rispetto al primo target, in quanto si va incontro ad una perdita potenziale del 4,25% rispetto ad un gain teorico del 4,10 per cento. Per quanto riguarda il target di medio periodo il gain potenziale è di poco inferiore a 10 punti percentuali, pari ad un rapporto rischio/rendimento pari a 2, per ogni unità di rischio assunto il guadagno potenziale è doppio.