S&P 500, una ripartenza long dopo il taglio delle stime di crescita da parte della Fed?
Le aspettative della Fed..
La seduta di ieri ha visto l’S&P 500 chiudere le contrattazioni con un calo superiore al mezzo punto percentuale in scia alle indicazioni giunte da Bernanke. Si è così interrotto il rimbalzo che aveva caratterizzato le precedenti 4 sedute. Il governatore Usa della Fed ha dichiarato che al momento non è previsto il lancio di un ulteriore piano di stimolo monetario straordinario dopo il QE2 che terminerà il prossimo 30 giugno. Gli investitori, avuta la conferma che i tassi di interesse rimarranno ancorati allo 0,25% per almeno altre 2-3 riunioni del Fomc, hanno così gettato la loro attenzione sulle prospettive di crescita dell’economia statunitense. La Banca centrale USA al momento stima per il 2012 una crescita del Pil compresa tra il 3,3% e il 3,7%, meno delle previsioni di aprile che erano indicate tra il +3,5% e il +4,2%. Proprio ad aprile la Banca aveva già limato le aspettative di crescita. Sorte analoga per il 2011, con il Pil visto in ascesa tra il 2,7% e il 2,9% dal precedente 3,1%/3,3%. La Fed è diventata anche leggermente più pessimista sul mercato del lavoro, stimando per quest’anno un tasso di disoccupazione tra l’8,6% e l’8,9% (da 8,4% – 8,7%) e per il prossimo tra il 7,8% e l’8,2% (da 7,6% – 7,9%). Pur considerando il rallentamento in atto, la nota positiva è tuttavia rappresentata dal fatto che allo stato attuale delle cose anche il prossimo biennio dovrebbe confermare la prosecuzione della crescita degli Usa. L’indicazione potrebbe quindi essere premiante per il mondo corporate statunitense: senza considerare l’elevata diversificazione di area di business a livello globale di molte società americane, non va infatti dimenticato che il Pil Usa è formato per quasi il 70% dalla voce consumi.
..e il quadro grafico del paniere
Partendo da questa considerazione i ribassi di ieri possono essere sfruttati per implementare una strategia long, seppur di breve respiro date le violazioni di lungo respiro avvenute nel corso delle ultime settimane sul chart weekly e monthly. A far propendere per questa visione, combinando appunto gli aspetti tecnici evidenziati dai vari tipi di time frame grafico, la constatazione che il minimo a 1258,07 punti toccato lo scorso 16 giugno ha di fatto raggiunto i supporti statici lasciati a metà marzo. Se è vero che il quadro grafico è negativo dallo scorso 23 maggio, giorno in cui la trendline ascendente di lungo periodo tracciata con i minimi del 31 agosto 2010 e del 16 marzo 2011 ha ceduto, dall’altro risulta difficile ipotizzare che il movimento ribassista continui fino a testare nell’immediato i supporti dinamici offerti dalla trendline disegnata con i low dell’1 luglio e del 31 agosto 2010 e attualmente transitante a 1.213 punti. A rafforzare la visione la constatazione che le quotazioni, grazie all’allungo del 21 giugno, si sono riportate sopra la trendline discendente ottenuta con i minimi del 5 e del 17 maggio. La sua violazione, avvenuta lo scorso 3 giugno, ha condizionato negativamente le successive sedute grazie alla consistenza delle resistenze dinamiche offerte. Altro elemento tecnico che fa propendere la visione il long è l’avventuo incrocio, sul grafico daily, della media mobile a 14 periodi dal basso verso l’alto e dalle crescenti pressioni sulle resistenze statiche poste a 1.294,70 punti. Se a questo si aggiunge infine che sul chart a 30 minuti vi è stato portato a termine un testa e spalle rialzista ecco che acquisti a 1.285,40/1.286,80 punti, con stop in caso di ritorno sotto i 1.267 punti, permettono di puntare come primo target ai 1.315,50 punti e successivamente ai 1.335,35 punti.
Riccardo Designori