Analisi operative S&P 500, segnali di inversione del trend con la conferma di Obama

S&P 500, segnali di inversione del trend con la conferma di Obama

8 Novembre 2012 11:40

Pesante battuta d’arresto ieri per  l’S&P 500, con il paniere statunitense che ha così accolto nel peggiore dei modi la conferma di Barack Obama alla Casa Bianca. Certamente il programma elettorale del rivale Mitt Romney avrebbe avuto nel breve periodo migliori possibilità di favorire la prosecuzione del trend rialzista del basket americano, questo tuttavia legato essenzialmente alle previsioni di una minor tassazione per le aziende Usa e conseguentemente per stime di utili d’esercizio più corposi. Barack Obama, il cui programma dovrebbe invece avere una visione d’insieme spalmata più sul lungo termine, è stato penalizzato dalla spada di damocle che pende sulla sua testa: il fiscal cliff.


Ieri Fitch non ha perso tempo e ha subito messo in guardia il Presidente: se Obama raggiungerà un accordo per evitare l’introduzione dal 1° gennaio 2013 del fiscal cliff, il declassamento degli Usa sarà inevitabile. L’insieme di questi fattori, cui va ad aggiungersi il movimento correttivo che in sovente caratterizza i mercati dopo la conclusione delle tornate elettorali più importanti (questo perchè gli investitori passano alla cassa dopo aver puntato al rialzo prima delle elezioni, ndr), ha così fatto scivolare al ribasso Wall Street.


Le vendite hanno impattato significativamente sulle prospettive di medio dell’S&P 500. Sul grafico giornaliero, le quotazioni del paniere hanno infatti generato diversi segnali di vendita. Nello specifico, a capitolare sono stati gli strategici supporti dinamici espressi dalla trendline ascendente di medio periodo tracciata con i minimi crescenti del 26 giugno e del 24 luglio. A riprova di quanto detta linea di tendenza fosse importante per il trend rialzista dell’S&P 500 i numerosi test del livello messi a segni in queste settimane. La linea di tendenza è stata testata nelle ultime occasioni il 26 ottobre e il 5 novembre, offrendo sempre un valido ostacolo alle pressioni dei venditori.


Sempre la flessione di ieri ha fatto sì che le quotazioni dell’indice incrociassero negativamente dall’alto verso il basso le medie mobili esponenziali di breve/medio e lungo periodo. La violazione del supporto dinamico fornito da quest’ultima media è ancor più importante se si considera che a cavallo tra il 23 ottobre e il 5 novembre aveva sempre rappresentato la base dinamica d’acquisto dei compratori, evitando ogni volta che la pressione dei venditori potesse avere ripercussioni più pesanti per le sorti del basket.


Certamente nell’ultima decade di ottobre, proprio con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale e nonostante le buone indicazioni giunte lo scorso venerdì sul fronte del mercato del lavoro, erano già emersi dei segnali di debolezza. Il riferimento in questo caso è alla violazione del 23 ottobre dei supporti statici di area  1.433 punti, soglia successivamente pullbackata il 2 e il 6 novembre ma mai più riagguantata. Ora il livello in questione è infatti diventato resistenziale e il test del cambio di stato è avvenuto proprio nelle due date indicate.


L’ultima nota stonata emersa ieri sul grafico dell’S&P 500 è stata la chiusura sotto l’area di supporto statico posta nell’intervallo tra i 1.395 e i 1.400 punti. Il livello menzionato aveva posto le basi a cavallo tra metà agosto e inizio settembre per il nuovo allungo verso i top toccati il 14 settembre a 1.474,51 punti. Il massimo aveva spinto il basket a stelle e strisce su valori scambiati per l’ultima volta il 2 gennaio 2008.


L’insieme di questi elementi tecnici sembra così destinato a suonare da campanello d’allarme per il movimento rialzista che ha interessato l’S&P 500 dai minimi del 4 giugno 2012 e potrebbe dunque anticipare un’imminente inversione della tendenza del listino. In tal senso dunque, eventuali rimbalzi potrebbero essere sfruttati per alleggerire le proprie posizioni long.


Chi volesse valutare una simile fattispecie, o viceversa volesse prendere in considerazione l’opportunità di implementare una strategia di matrice ribassista sull’indice statunitense, potrebbe considerare l’evenienza di posizionarsi in vendita oggi o nei prossimi giorni a 1.410 punti. Il valore indicato consentirebbe al basket di portare a termine il pull back della trendline ascendente di medio periodo capitolata ieri. Con stop che scatterebbe in caso di chiusure di giornata oltre i 1.435 punti, il primo potenziale target avrebbe 1.374 punti mentre il secondo a 1.358 punti.


Riccardo Designori