Rendimenti Treasury: decennale sui massimi da novembre 2023
Inflazione alta, mercato del lavoro forte ed economia resiliente. Questo è il quadro attuale degli Stati Uniti dove, dopo un consistente rallentamento alla fine del 2023, i prezzi sono tornati ad aumentare, una situazione che fa riemergere vecchi incubi targati anni ‘70. Questo ha chiaramente sollevato dei seri interrogativi su quando la Fed inizierà a ridurre i tassi di interesse.
Treasury meglio dell’equity?
Fino a ieri la probabilità di un taglio dei tassi della Fed nella riunione di giugno era maggiore del 50%. Dopo l’uscita del dato sull’inflazione Usa, la probabilità si è schiantata al 20% circa, “riflettendo l’idea che gli operatori nel mercato dei futures sui fondi federali non si aspettano più che la Fed inizi ad abbassare i tassi di interesse a giugno” afferma Alessio Garzone, analista di Gamma Capital Markets, società specializzata in gestioni patrimoniali e consulenza finanziaria. “Ci sono ancora due stampe di dati sull’inflazione da qui fino alla riunione di giugno, ma le aspettative e speranze continuano a calare. Siamo passati da 7 tagli dei tassi a dicembre agli attuali 3, o forse meglio dire 2”.
Non si taglia a giugno? La risposta dei mercati è stata: rendimenti dei Treasury americani che sono aumentati vertiginosamente e un ribasso di circa l’1% dei principali indici di Wall Street. “Aspettavamo tutti uno storno, e forse il mercato è stato anche ‘poco isterico’ rispetto a quanto ci aspettavamo. Questa non è la prima volta che le azioni scendono dopo una forte inflazione quest’anno” spiega Garzone.
La domanda che possiamo farci è la seguente: le azioni possono continuare a salire nonostante un’inflazione alta che spinge i rendimenti dei Treasury ai massimi del 2024? Secondo l’analista di Gamma Capital Markets, “La domanda sorge spontanea dato che i rendimenti dei Treasury (cosiddetti privo di rischio) iniziano a diventare più interessanti rispetto all’equity. La risposta che riesco a dare è che, per ora, le azioni hanno retto (e continueranno a reggere il colpo) perché l’attenzione è tutta sugli utili, prossimi alla pubblicazione (si inizia venerdì con le banche). Quindi, a meno di sorprese anche lì, le azioni scontano un’altra earning season soddisfacente, che potrebbe portare gli indici a livelli superiori”.
Ecco come Gamma Capital Markets definisce, in modo simpatico, l’andamento dell’inflazione Usa:
Il punto tecnico sul Treasury Usa 10y
Dal punto di vista grafico, il rendimento dei titoli di stato degli Stati Uniti a 10 anni è impostato al rialzo nel breve periodo. Sostanzialmente, la fase ascendente è iniziata alla fine del 2023 ed è proseguita fino ad oggi con il Treasury che ha toccato un picco intraday a 4,593%, massimo da novembre dello scorso anno. In particolare, la spinta rialzista è arrivata il 5 aprile quando il rendimento del titolo di stato Usa ha superato il 4,35%, un livello che ha ostacolato più volte tra i mesi di febbraio e marzo il rialzo dei rendimenti. Importante la candela di ieri long day ad alta volatilità quando è uscito il dato sull’inflazione che ha portato ad una decisa risalita del rendimento.
Dal punto di vista algoritmico, si segnala che si sta manifestando il “golden cross” (in italiano incrocio dorato). Questa figura grafica avviene quando la media mobile a 50 giorni (linea gialla) incrocia verso l’alto la media mobile a 200 periodi (linea arancione). In questo caso normalmente si può considerare il segnale come un movimento bullish, cioè rialzista.
In tale scenario, il superamento del 4,59% potrebbe aprire a ulteriori allunghi verso 4,69% e 4,8%, rendimento che non si vede da ottobre 2023. Al ribasso, invece, la rottura del supporto al 4,46% potrebbe innescare una breve fase di correzione con primo target 4,35% e poi 4,18%.
Ultimo valore: 4,536%.
Supporti: 4,46%; 4,35%; 4,18%.
Resistenze: 4,59%; 4,69%; 4,8%.