Oro consolida nuovi massimi storici e mette nel mirino i 2.100 dollari
Sul mercato delle materie prime occhi puntati ancora sull’oro che con i guadagni della seduta di ieri si è spinto fin sopra i 2.080 dollari l’oncia, consolidando cosi i massimi storici. Al momento, il prezzo spot del metallo giallo ha ritracciato brevemente dopo il balzo di ieri e al momento si trova a quota 2.078 dollari.
I driver dell’oro
Il prezzo dell’oro negli ultimi mesi ha beneficiato delle aspettative su tagli tassi d’interesse da parte della Fed già nella prima metà dell’anno nuovo. Da questo punto di vista, il CME Watch Tool indica che gli investitori si aspettano con una probabilità superiore al 16% di vedere già un primo taglio del costo del denaro nella prossima riunione Fed del 31 gennaio, la prima del 2024.
Queste stime sui tassi di interesse sono alimentate in particolar modo dagli ultimi dati sull’inflazione, che sia negli Usa che in Europa continua a rallentare riportandosi rapidamente verso il target del 2% delle Banche centrali.
Un altro elemento che sta contribuendo a spingere al rialzo le quotazioni dell’oro è dato recente forza dell’euro, con l’indice del dollaro che al contrario si sta indebolendo perdendo circa il 5% dai massimi di periodo di ottobre. La debolezza del dollaro sta favorendo le quotazioni dell’oro, in quanto il prezzo dell’oro è denominato in dollari e di quindi un deprezzamento del dollaro rende più appetibile l’oro dato che sarà richiesta una minor quantità di dollari per acquistare la medesima quantità di oro.
Ma non solo, la recente cavalcata al rialzo dell’oro è stata alimentata anche dalla debolezza dei rendimenti del Tesoro americano, con il decennale statunitense che dai massimi pluriennali (dal 2007) a quota 5% ha già perso oltre il 23%, trovandosi al momento a quota 3,88%, livello minimo da agosto di quest’anno. Questo è dovuto dal fatto che l’oro non genera ne dividendi ne interessi e quindi risulta essere più appetibile quando i rendimenti governativi si sgonfiano, come nell’ultimo periodo.
Questo rapporto inverso tra oro e rendimenti del Tesoro americano è ben evidente dal grafico qui sotto che li relaziona:
Inoltre, dobbiamo considerare il ruolo delle guerre che come di consueto tendono a rendere più attraenti i beni rifugio come l’oro. In tal senso, le quotazioni dell’oro sono aumentate vertiginosamente prima in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina e dopo con il ritorno delle tensioni in Medio Oriente. Nel dettaglio, dai minimi di ottobre e dal giorno dello scoppio del conflitto tra Israele e Hamas, le quotazioni dell’oro mostrano un rally del +13%.
Infine, anche le quotazioni dell’oro sono influenzate dalle dinamiche di domanda e offerta. , con le Banche centrali che anche nell’ultimo anno hanno continuato ad acquistare oro sostenendo così il suo prezzo.
Da monitorare l’area supportiva a $ 2.050
Dal punto di vista grafico, come dicevamo, nelle ultime sedute è migliorato ulteriormente la situazione tecnica del metallo giallo. Ora l’oro si trova poco sopra l’area di supporto a 2.070 dollari, livello che peraltro coincide con i precedenti massimi storici.
In caso di prese di beneficio sarà proprio questa l’area supportiva da monitorare, in quanto un sue eventuale cedimento potrebbe riportare rapidamente le quotazioni del bene rifugio verso il successivo supporto a 2.050 dollari l’oncia.
Al rialzo, invece, il superamento con volumi di contrattazione in aumento della resistenza di breve periodo a 2.080 dollari potrebbe infiammare ulteriormente i prezzi con target verso la soglia psicologica dei 2.100 dollari.
A inizio mese tra l’altro abbiamo avuto un ulteriore elemento tecnico che ha contribuito a spingere i prezzi dell’oro al rialzo, ovvero il Golden Cross (incrocio d’oro) dato dalla media mobile di più breve respiro a 50 giorni (linea gialla) che ha tagliato al rialzo quella a 200 giorni (linea rossa), un segnale di forza per la materia prima.
Dal punto di vista dell’analisi algoritmica tutti i principali indicatori di direzione (medie mobili e Parabolic Sar) si trovano in posizione long, con le quotazioni dell’oro che da inizio anno mostrano un progresso di circa il 14%.