Analisi operative Intesa Sanpaolo, rotti i supporti di 2,24 euro prepara la correzione

Intesa Sanpaolo, rotti i supporti di 2,24 euro prepara la correzione

14 Aprile 2011 09:26

Dopo il mini rally che ha caratterizzato i corsi di Intesa Sanpaolo in concomitanza all’annuncio dell’aumento di capitale da 5 miliardi di euro messo in cantiere da Ca’ de Sass per rafforzare ulteriormente i ratio patrimoniali, quest’oggi la banca guidata da Corrado Passera hanno generato un segnale di vendita che può essere sfruttato per intraprendere una strategia short. Gli investitori in tal senso sembrano snobbare le parole dell’Ad rilasciate in un’intervista al Financial Times: il numero uno di Intesa Sanpaolo ha confermato sulle pagine del giornale che dopo l’aumento di capitale l’istituto avrà un payout  ratio  del 50%  e allo stesso tempo potrebbe sfruttare il momento per studiare possibili acquisizioni nell’Europa dell’Est. A finanziare questo tipo di operazioni dovrebbero, nell’intento del manager, contribuire i flussi incassati dalle cessioni: a detta degli analisti Intesa dovrebbe ricavare nei prossimi anni circa 5 miliardi di euro dalle cessioni, con un ruolo di primo piano ricoperto da Banca Fideuram. Ritornando all’aspetto prettamente tecnico, la violazione citata ad inizio analisi fa riferimento al cedimento dei supporti di breve a 2,24 euro. Tale prezzo aveva rappresentato il minimo intraday dell’8 aprile e di ieri. L’indicazione short viene rafforzata da altri elementi grafici: il massimo intraday dello scorso 7 aprile ha infatti rappresentato il pull back, seppur sporco, della trendline ascendente di breve violata in occasione dei ribassi del 15 marzo. La trend in questione è stata ottenuta unendo i minimi del 27 gennaio e del 2 marzo. A conferma della consistenza della linea di tendenza abbiamo il top dello scorso 22 marzo: in quell’occasione le azioni completarono un pull back graficamente perfetto. Altri elementi che favoriscono la visione ribassista sui titoli di Intesa Sanpaolo giungono dalle medie mobili: in prossimità dei top delle ultime sedute transitavano infatti le medie a 55 e 200 periodi, livelli che solitamente svolgono un ruolo di resistenza dinamica. Partendo da queste considerazioni è dunque lecito posizionarsi in vendita esattamente a 2,24 euro. Lo stop, obbligatoriamente largo in quanto da fissare sia sopra l’area di transito delle medie mobili che sopra il livello di passaggio della trendline di breve menzionato precedentemente, è fissato a 2,38 euro mentre i target operativi sono dapprima a 2,13 euro e successivamente a 2,03 euro.


Riccardo Designori