Geox, sotto 3,66 euro potrebbe mancare il respiro
Parte all’insegna delle vendite la nuova ottava di Geox. Il titolo del gruppo veneto venerdì scorso ha subito un deciso sell off da parte degli investitori dopo la pubblicazione dei dati del terzo trimestre inferiori alle attese degli analisti. Nello specifico le vendite sono cresciute dell’1% a 301 milioni di euro, Ebitda e Ebit sono calati rispettivamente del 12% e del 6%, mentre l’utile netto è cresciuto del 4% a 35 milioni di euro. A preoccupare il mercato le prospettive 2011: la società infatti ha evidenziato come per le collezioni primavera/estate 2011 è prevista una forte contrazione di redditività causata da un peggiore tasso di copertura sui cambi e dall’inflazione dei costi di fornitura. Da un punto di vista prettamente tecnico le vendite hanno riportato velocemente il titolo in prossimità dei fondamentali supporti di area 3,65 euro. Dopo aver tentato l’allungo oltre le resistenze statiche di 4,45 euro, in un contesto che vedeva una configurazione grafica tipicamente rialzista come il doppio minimo che sembrava essere stato disegnato a cavallo tra il 14 maggio e il 25 ottobre, la violazione al ribasso di 4,175 euro ha favorito una nuova ondata di vendite. Oltre al cedimento dei supporti citati si è peraltro assistito all’incrocio negativo delle medie mobili a 14,55 e 200 sedute. A creare preoccupazioni sotto l’aspetto tecnico vi è anche la constatazione che i corsi azionari non hanno mostrato alcuna forza in prossimità dei supporti forniti dalla vecchia trenline ribassista violata al rialzo con decisione lo scorso 6 ottobre. La trend, ottenuta unendo i top decrescenti del 13 maggio e del 6 agosto, avrebbe visto il pull back in area 3,90 euro. L’essere scivolato fino in prossimità dei supporti di 3,60/3,65 euro è dunque un deciso segnale di debolezza. Va in quest’ottica evidenziato come l’attuale attacco ai supporti sia il quarto dallo scorso 25 maggio. All’interno di questo scenario chi volesse scommettere sulla rottura dei supporti può dunque posizionare i propri ordini di vendita in prossimità di area 3,87 euro. Ovviamente perché si possa intraprendere questa strategia è necessario che il titolo compia un parziale ritracciamento del ribasso dell’ultima seduta della scorsa ottava. Con uno stop oltre i top di 4,10 euro, l’operatività prevede una parziale chiusura delle operazioni all’altezza dei minimi di fine agosto a 3,66 euro. Il secondo target è invece decisamente ambizioso: utilizzando l’estensione di Fibonacci del trading range compreso tra 3,60 e 4,50 euro si giunge ad individuare come obiettivo finale della chiusura dell’operazione a 2,90 euro. Chi non volesse anticipare la rottura deve invece aspettare il cedimento di del minimo storico registrato in occasione della seduta del 24 novembre 2011 a 3,595 euro per poi posizionare il proprio ordine di vendita a 3,65 euro. In tal caso stop e target a 2,90 euro rimangono gli stessi della prima strategia prospettata.
Riccardo Designori