Gas e petrolio in tensione. Ecco cosa dice l’analisi tecnica
Lo scoppio del conflitto in Medio Oriente tra Hamas e Israele ha riportato una certa volatilità, oltre che sui titoli legati alla difesa, anche sui prezzi dei beni energetici (petrolio e gas) e sui beni rifugio (oro e dollaro).
In questo contesto, il prezzo del petrolio è balzato di oltre il 5% dalla chiusura di venerdì scorso all’apertura di lunedì, mentre il gas nel medesimo periodo è balzato di circa il 17%. Queste performance, specialmente per quanto riguarda il gas, hanno riacceso le preoccupazioni degli investitori europei, richiamando alla mente i robusti aumenti dei beni energetici che rischiavano, in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, di trascinare l’Europa in una profonda crisi energetica.
In questo clima di rinnovate tensioni geopolitiche dove potrebbero arrivare i prezzi di gas e petrolio? Dobbiamo preoccuparci? Ecco i livelli da monitorare secondo l’analisi tecnica.
Analisi tecnica del petrolio: Brent torna verso i $ 90
Lunedì, i prezzi del petrolio hanno avviato le contrattazioni a $ 86,5 con un gap rialzista, in rialzo di oltre il 4,5% dagli 84,5 dollari al barile della chiusura di venerdì.
Grazie ai guadagni della seduta di lunedì 9 ottobre, il Brent si è riportato al di sopra della fondamentale media mobile esponenziale a 200 periodi (linea arancione), e dopo aver consolidato in settimana l’area degli 87 dollari al barile, oggi abbiamo avuto un’ulteriore segnale di forza. In particolare, il Brent oggi, con un progresso di oltre il 4%, ha rotto al rialzo la resistenza a 88 dollari, livello da cui transita anche la media mobile esponenziale a 50 periodi (linea blu).
Nonostante i guadagni di questa settimana va segnalato che il prezzo del petrolio aveva chiuso il mese di settembre all’insegna della debolezza (-11%), e in tal senso i recenti acquisti hanno solo permesso al Brent di riportarsi a -6% dai massimi segnati a settembre.
In ogni caso, il rialzo del greggio ha dato impulso alle società energetiche e se il conflitto dovesse espandersi un’ulteriore suo rally potrebbe avere un impatto sulla traiettoria dell’inflazione e di conseguenza sull’evoluzione dei tassi di interesse.
Al momento il petrolio (Brent) si trova sopra a quota 88,5 dollari e in caso di proseguimento della forza di breve periodo i successivi livelli di resistenza più vicini si trovano a quota psicologica dei 90 dollari. Ecco se l’oro nero dovesse riportasi al di sopra di tale livello, allora è possibile vedere un allungo fino ai precedenti massimi sopra 94 dollari, segnati solo poco più di due settimane fa.
Ricordiamo comunque che il prezzo del petrolio si trova ancora distante il 30% dai massimi testati sopra quota 120 dollari al barile, in seguito allo scoppio delle guerra in Ucraina. In quel frangente infatti il prezzo del Brent aumentò di oltre il 35% nel giro di poche sedute e questo e ben osservabile dal grafico qui sotto di lungo periodo del Brent.
Analisi tecnica del gas: TTF rialzo settimanale del +40%
Rialzi più corposi per il gas con il TTF di Amsterdam, il riferimento del gas in Europa, che si appresta a chiudere la settimana con un progresso di quasi il 40%, sopra quota 53 euro al megawattora.
Questo rialzo è stato innescato, oltre che dalle tensioni in Medio Oriente, anche dall’annuncio di nuovi scioperi in Australia, oltre che a causa di una perdita sospetta in un gasdotto sottomarino tra la Finlandia e l’Estonia.
Ecco che queste combinazioni di fattori hanno innescato un rally nel prezzo del gas che è passato da circa 40 euro al megawattora a sopra la quota psicologica dei 50 euro.
Nell’ultima settimana il gas si è riportato al di sopra della media mobile esponenziale a 50 periodi (linea blu), mentre oggi si sta verificando il breakout dell’area di resistenza dinamica data dalla media mobile esponenziale a 200 periodi.
Nonostante la recente corsa del gas, anche in questo caso se andiamo ad analizzare il grafico di medio periodo ci accorgiamo che ci troviamo sui livelli di inizio marzo. In tal senso, siamo ancora molto distanti (-84%) dai massimi segnati sopra quota 330 euro al megawattora, in occasione dello scoppio della guerra in Ucraina.
In caso di ulteriori rialzi i più importanti livelli di resistenza si trovano in area 80 euro, prezzi di inizio anno; mentre al ribasso l’area supportiva più importante rimane quota 50 euro al megawattora.