Focus tecnico su Eni e Tenaris
Eni
Eni, seppure abbia recuperato circa il 60% dai minimi di marzo del 2020, rimane ancora lontana dai massimi prepandemici. Dopo aver testato due volte la media mobile a 200 periodi, il titolo ha dato il via a un rally fino ad arrestarsi a quota 10,66 euro. Da qui Eni è entrato in una fase laterale tra quest’ultima resistenza e il supporto a 10 euro. Sono quindi questi i due livelli da monitorare per avere interessanti spunti operativi. Sopra 10,66 euro sono possibili allunghi verso 11 e 11,5 euro, livelli che non si vedono da marzo dello scorso anno. Il target finale del movimento al rialzo sarebbe la chiusura del gap intorno ai 13 euro. Al ribasso, sotto il supporto a 10 euro abbiamo due supporti a 9,6 e 9 euro. Quest’ultimo livello è il massimo del movimento partito a inizio a novembre quando è cominciata la rotazione settoriale verso i titoli più ciclici. Considerato il contesto economico sembra molto poco probabile che si possa raggiungere e violare questo livello.
Tenaris
Tenaris ha esibito una grande prova di forza alla fine di febbraio superando con un ampio gap up il livello a 7,71 euro e accelerando ulteriormente al rialzo fin quasi a sfiorare quota 10 euro, tornando quindi sui livelli pre-covid. Successivamente è scattata qualche presa di beneficio perlopiù fisiologica sul titolo che ha rotto la trend line rialzista di medio periodo costruita sui minimi di ottobre e aprile. Al rialzo, l’ostacolo più importante rimane la resistenza a 10 euro che, se superata, potrebbe spingere il titolo a una risalita verso 10,58 euro, i massimi pre-Covid toccati a gennaio dello scorso anno. Al ribasso, invece, la rottura del supporto a 9,28 euro potrebbe confermare la fase di correzione con graduale discesa verso 8,76 e 8,27 euro. Solo il break di quest’ultimo livello darebbe un segnale negativo importante in termini di sentiment sul titolo.