Finmeccanica: poche difese per il titolo per un ritorno sui minimi 2013
La flessione maturata ieri da Finmeccanica ha impattato negativamente sul quadro tecnico del gruppo della difesa. Il recupero intrapreso dai minimi 2013 registrati lo scorso 4 marzo a 3,492 euro si è fermato una volta giunto in corrispondenza di una solida area resistenziale, sia di matrice statica che dinamica. All’interno della prima categoria rientrano la serie di top intraday registrati a cavallo tra il 15 e il 21 febbraio scorso in area 4,12 euro. La consistenza di tale soglia è emersa in tutta la sua evidenza nel corso della seduta del 19 marzo: in quell’occasione l’azione provò ad allungare il passo oltre i massimi del giorno precedente, venendone tuttavia rigettato con decisione dopo aver segnato un top a 4,106 euro. La chiusura avvenne a 3,932 euro. Tra il 20 marzo e ieri, il titolo riprovato nuovamente a mettere pressione ai top del mese, tentando così di prolungare la fase di rimbalzo intrapresa da 3,492 euro. Anche in questo caso le velleità rialziste del titolo hanno dovuto fare i conti con l’altro livello resistenziale, quello dinamico espresso dalla trendline discendente tracciata con i top del 18 ottobre e del 6 dicembre 2012. Detta linea di tendenza negli ultimi mesi si è sempre mostrata strategica per Finmeccanica, sia in ottica long che short. Quando fu violata al rialzo, il 18 dicembre, favorì l’allungo del titolo fino ai massimi dello scorso 22 gennaio a 5,17 euro. Da quando l’azione il 15 febbraio ha nuovamente violato, questa volta al ribasso, la trendline, il titolo non è più stato capace di chiudere sopra il suo transito. Viceversa in più occasioni i top della seduta si sono poggiati esattamente su di essa. Indicazioni negative giungono inoltre dalle medie mobili, incrociate negativamente sul daily chart. Partendo da questi presupposti, chi volesse aprire una strategia short sul titolo potrebbe considerare l’ipotesi di posizionarsi in vendita a 3,96 euro. Con stop che scatterebbe in caso di chiusure sopra i 4,12 euro, il primo target si avrebbe a 3,594 euro mentre il secondo a 3,14 euro.
Riccardo Designori