Euro in cerca di stabilità ma contro dollaro rimane possibile discesa sotto 1,30
L’euro prova a stabilizzarsi poco al di sopra di 1,305 dopo i forti ribassi che hanno caratterizzato le ultime quattro sedute. Ieri in particolare la valuta unica ha vissuto una sessione con volatilità molto elevata, al pari dei mercati azionari. L’epicentro del terremoto che interessa i mercati finanziari è l’Italia. L’esito delle elezioni politiche è stato quello più sgradito, l’impossibilità di avere un governo stabile per il Paese. Tuttavia prima che questo risultato si palesasse, la comunicazione di exit poll che attribuivano una vittoria netta alla sinistra, rivelatisi poi errati, avevano favorito un allungo della valuta unica fino a 1,3320. Qui il cambio ha trovato due ostacoli: la media mobile a 14 giorni e la trendline discendente dai massimi di inizio febbraio rispetto ai quali l’euro/dollaro segna un calo del 4,60% circa. La retromarcia ha ricacciato la valuta unica a 1,305 al di sotto dei supporti intermedi a 1,3270 e 1,3160 e verso il più importante sostegno a quota 1,30/2997. Sull’andamento del cambio potrebbe influire, nel pomeriggio il rapporto semestrale sulla politica monetaria che il presidente della Fed Ben Bernanke presenterà alla Commissione bancaria del Senato. I mercati attendono indicazioni sull’intenzione di porre un freno all’allentamento quantitativo, alla luce minute dell’ultima riunione Fed, recentemente pubblicate, che hanno mostrato una spaccatura all’interno del Comitato di politica monetaria. Graficamente lo scenario vede attualmente l’euro in posizione di maggiore debolezza nei confronti del dollaro con eventuali reazioni fino a 1,315 che potrebbero essere sfruttate per ingressi al ribasso con obiettivi a 1,30 e 1,2875. Il recupero di 1,3260 farebbe invece scattare la chiusura delle posizioni.
(26/02/2013)