Diasorin, il cedimento della trendline è un’indicazione ribassista
Inizio di ottava all’insegna delle vendite per Diasorin, con il titolo che al momento si segnala come il peggiore del Ftse Mib. A livello prettamente tecnico, i ribassi odierni potrebbero anticipare una correzione più marcata delle azioni del gruppo piemontese. A far propendere per questa visione vi è la constatazione che lo scorso 10 aprile i titoli hanno violato al ribasso i supporti dinamici espressi dalla trendline ascendente tracciata con i minimi del 12 e 15 marzo. Nonostante il recupero momentaneo del livello avvenuto con la progressione del 12 aprile, la tenuta delle resistenze statiche poste a 23 euro in scia alle pressioni dei compratori che hanno spinto il titolo a toccare un massimo intraday a 22,96 euro lo scorso 13 aprile è un altro tecnico che incanala l’azione verso il ribasso. La flessione della prima ora odierna ha peraltro causato l’incrocio negativo dall’alto verso il basso delle medie mobili di breve. Ora la pressione è su quelle di medio e lungo periodo, attualmente transitanti a 21,9148 euro e 22,0378 euro. Il livello da monitorare con particolare attenzione è rappresentato dai supporti statici di breve posti a 21,75 euro: il cedimento di tale soglia, specie se confermato in chiusura di giornata, di fatto dovrebbe certificare le prospettive di debolezza di Diasorin nel breve termine. Il titolo potrebbe così spingersi dapprima verso la solida area di supporto posta in prossimità della soglia psicologica dei 20 euro e successivamente portare a termine il pull back profondo della trendline discendente tracciata con i massimi dell’1 agosto e del 17 ottobre 2011. La linea di tendenza in questione, violata al rialzo il 26 gennaio, attualmente transita in prossimità dei 19,30 euro, valore comunque superiore ai minimi toccati lo scorso 9 gennaio a 18,25 euro. Partendo da questi presupposti, chi volesse anticipare la rottura dei supporti statici posti a 21,75 euro potrebbe valutare l’implementazione di una strategia ribassista a 22,05 euro. Con stop che scatterebbe in caso di chiusura delle contrattazioni oltre le resistenze poste a 23 euro, il primo target sarebbe a 20,57 euro mentre il secondo a 19,55 euro.
Riccardo Designori